Scoperto un cuscinetto ‘morbido’ nelle profondità della Terra
E’ costituito di rocce parzialmente fuse, fondamentale per movimenti placche
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E’ stato scoperto all’interno del mantello terrestre un sottile strato ‘morbido’, fatto da rocce parzialmente fuse, più esteso di quanto si ritenesse finora.
A identificare questa sorta di cuscinetto che potrebbe avere un ruolo cruciale nei movimenti delle placche è stato un gruppo di ricerca guidato da Junlin Hua, dell’Università del Texas a Austin, e pubblicato su Nature Geoscience.
“Con una grande approssimazione possiamo pensare agli strati più esterni del pianeta come a dei blocchi di ghiaccio, le placche, che poggiano e scivolano su uno strato di acqua. Ovviamente non si tratta di acqua ma di roccia, e lo strato ‘liquido’ in realtà non è liquido ma lo stesso materiale roccioso ma leggermente più fluido”, ha detto il Responsabile del Centro per il Monitoraggio delle attività di Sottosuolo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Andrea Morelli.
Da tempo si ritiene che nel mantello, lo strato immediatamente sotto la crosta terrestre, esista la cosiddetta astenosfera, ossia una sorta di cuscinetto ‘morbido’ sui cui poggiano grandi porzioni di ‘zolle’ del pianeta e i cui lenti movimenti siano poi all’origine dei movimenti più superficiali.
Ma l’esistenza di questo strato morbido, detto astenosfera, era finora limitata a poche aree e non era stato finora possibile riconoscere i segni della sua presenza in aree più profonde.
Ora, analizzando la trasmissione delle onde sismiche attraverso il pianeta e unendo questi dati a modelli sulle caratteristiche delle rocce alle altissime temperature e pressioni che si generano nel pianeta, è stato possibile riconoscere la presenza dell’astenosfera anche a profondità tra i 100 e 200 chilometri dalla superficie. “E’ un lavoro interessante – ha aggiunto Morelli – perché mette insieme molte tipologie di osservazioni differenti e da un importante contributo a comprendere le dinamiche delle profondità del pianeta. Ci sono ancora molte incertezze sul perché in determinate condizioni il mantello assume quelle caratteristiche di viscosità ma di certo ora abbiamo nuovi importanti dati”.