Scoperto il primo pianeta alieno destinato a cadere sulla sua stella
Potrebbe essere la stessa fine che aspetta la Terra, tra miliardi di anni
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Scoperto il primo pianeta alieno destinato inesorabilmente a cadere sulla sua stella, man mano che questa invecchia: erano già state raccolte molte prove della presenza di questi esopianeti, ma non erano ancora mai state fatte osservazioni dirette.
La conferma arriva da uno studio pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters e guidato dal Centro statunitense per l’Astrofisica Harvard-Smithsonian. La fine potrebbe essere la stessa che aspetta la Terra tra miliardi di anni, quando il Sole entrerà nella fase conclusiva del suo ciclo vitale, e la scoperta aiuterà quindi a comprendere meglio il fenomeno ed i suoi meccanismi.
Lo sfortunato pianeta è stato chiamato Kepler-1658b, poiché la sua scoperta si deve al telescopio spaziale Kepler della Nasa, lanciato nel 2009: è stato proprio il primo candidato alle osservazioni fatte dal telescopio, ma ci è voluto quasi un decennio per confermarne l’esistenza.
Riuscire a rilevare l’avvicinamento del pianeta alla sua stella ha richiesto, infatti, molti anni di analisi, cominciate con Kepler e proseguite poi dal telescopio Hale dell’Osservatorio di Monte Palomar in California (gestito dal California Institute of Technology) e dal telescopio spaziale Tess della Nasa, lanciato nel 2018.
Kepler-1658b è un Giove caldo che orbita vicinissimo al suo astro in meno di 4 giorni, ad una distanza che è solo un ottavo di quella che separa il Sole da Mercurio. Il suo inevitabile destino, tuttavia, si sta approssimando ad un ritmo estremamente lento, con un’orbita che si accorcia di circa 131 millisecondi all’anno. La causa principale di questo fenomeno sono le maree: l’interazione gravitazionale tra due corpi celesti distorce le reciproche forme e provoca il rilascio di energia. A seconda delle distanze e delle dimensioni dei corpi coinvolti, questo processo può portare ad un allontanamento, come nel caso della Terra e della Luna, oppure ad un avvicinamento, come nel caso dell’esopianeta.