Nonostante la pioggia, al nord la siccità resta a livelli record
Anbi: «Solo quest’anno ha comportato circa 6 miliardi di euro danni per l’economia agricola italiana»
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Resta ampia la differenza tra la situazione idrica nell’Italia centro-meridionale e quella al nord, con la siccità che ormai da tempo morde più quest’ultima parte del Paese.
L’ultimo Osservatorio Anbi sulle risorse idriche mostra infatti che al centro-sud le abbondanti piogge hanno rivitalizzato i corpi d’acqua superficiali, mentre al settentrione fiumi e bacini sono in grande sofferenza, nonostante le precipitazioni di fine autunno.
«Con l’inizio del nuovo anno, dovremo cominciare a programmare la nuova stagione irrigua in condizioni che, allo stato attuale, in vaste zone del Paese sono simili, se non peggiori dello scorso anno. Speriamo che la neve caduta in montagna si compatti al suolo per poi sciogliersi progressivamente con l’arrivo dei mesi più caldi. Di quell’acqua, oggi più che mai preziosa, siamo però in grado di trattenere solo una minima parte per l’assenza di un’adeguata rete d’invasi» ricorda Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione che riunisce i Consorzi di bonifica a livello nazionale.
La grave situazione è evidente nei grandi invasi del Nord, tutti sotto media e vicini ai minimi: il lago d’Iseo sceso al 24,3% (un anno fa era al 61,4%), mentre il Garda, oggi al 32,9%, a Dicembre 2021 era al 78,6%. Altro dato probante è la portata del fiume Po, che in Piemonte non cresce e resta stabile sui drammatici valori del 2021; nella stessa regione resta grave anche la situazione degli altri fiumi, che registrano quasi tutti una decrescita (unica eccezione è il Tanaro, che supera di poco i valori di un 2021 però molto critico).
Le magre speranze restano legate alla presenza della neve in montagna, le cui prospettive sono però condizionate dall’elevarsi delle temperature invernali anche in quota.
«Da tempo ed in ogni sede – sottolinea Massimo Gargano, dg Anbi – ribadiamo l’urgenza di aumentare la resilienza delle comunità, dotando i territori di adeguate infrastrutture idrauliche, come quelle previste dai piani da noi approntati negli anni. Il più recente Piano Laghetti, presentato insieme a Coldiretti, ha già cantierabili 223 progetti multifunzionali, la cui realizzazione prevede un investimento di quasi 3 miliardi e 253 milioni di euro; non potranno certo essere risolutivi, ma contribuiranno a ridurre il pericolo siccità, che solo quest’anno ha comportato circa 6 miliardi di euro di danni per l’economia agricola italiana».