Dal telescopio Webb le meravigliose immagini delle nubi su Titano
Utili per studiare il meteo sulla più grande luna di Saturno
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Il nuovo telescopio spaziale James Webb ha catturato le sue prime immagini della luna più grande di Saturno, Titano, permettendo di tracciare l’evoluzione delle nubi nella sua atmosfera e ricavare importanti indizi sulla stagionalità delle condizioni meteo, particolarmente utili in vista della missione esplorativa Dragonfly prevista per il 2027.
Le straordinarie immagini nell’infrarosso, che permettono di scorgere dettagli della bassa atmosfera e della superficie di Titano, sono pubblicate da Nasa e Agenzia spaziale europea (Esa), che gestiscono il telescopio insieme all’omologa canadese Csa.
Questi primi dati raccolti, non ancora passati al vaglio della comunità scientifica, hanno già suscitato grande euforia tra gli astronomi che li attendevano da anni. Titano è l’unica luna del Sistema solare con un’atmosfera densa, ed è anche l’unico corpo planetario diverso dalla Terra che attualmente ha fiumi, laghi e mari, fatti però di idrocarburi e non acqua.
La sua atmosfera è piena di una fitta foschia che oscura la luce visibile che si riflette sulla superficie.
“Rilevare le nuvole è entusiasmante perché convalida le previsioni elaborate dai modelli al computer sul clima di Titano, secondo cui le nuvole si formerebbero prontamente nell’emisfero nord durante la tarda estate, quando la superficie è riscaldata dal Sole”, afferma Conor Nixon del Goddard Space Flight Center della Nasa.
Insieme al suo gruppo di ricerca, Nixon ha usato la NIRCam del telescopio Webb per osservare la luna di Saturno nella prima settimana di novembre. Dopo aver individuato le nubi vicino al più grande mare di metano liquido presente su Titano (Kraken Mare), ha immediatamente contattato i colleghi dell’osservatorio Keck alle Hawaii per chiedere anche il loro supporto.
“Temevamo che le nuvole sarebbero sparite quando abbiamo guardato Titano il giorno dopo con Keck, ma con nostra grande gioia c’erano nuvole nelle stesse posizioni nelle successive notti di osservazione, sembrava che avessero cambiato forma”, racconta Imke de Pater, professore emerito di astronomia all’Università della California a Berkeley, a capo del Keck Titan Observing Team.
I ricercatori hanno anche raccolto spettri con lo strumento NIRSpec di Webb, che è in grado di rilevare lunghezze d’onda altrimenti inaccessibili con i telescopi terrestri. Questi dati, ancora in fase di analisi, permetteranno di sondare la composizione della bassa atmosfera e della superficie di Titano. Ulteriori dati da NIRCam e NIRSpec, nonché i primi dallo strumento MIRI, sono attesi entro la prossima estate.