Nube di Metano: sarà un disastro ambientale? Ecco cosa c’è da sapere
Le grandi perdite ai due Nord Stream hanno conseguenze sulla salute umana o sui cambiamenti climatici?
di Team MeteoGiuliacci
La Guerra in Ucraina ha due fronti: il primo in loco e il secondo sul Mar Baltico. Da alcuni giorni le cronache vertono sul fatto che c’è un’enorme nube di metano, rilasciata dalle esplosioni sottomarine. Secondo l’istituto norvegese di ricerca sull’aria NILI, si tratta di circa 80 mila tonnellate di metano, oltre quattro volte le emissioni annue nazionali norvegesi dell’industria petrolifera e del gas. Che effetti avrà?
La zona
Sui cieli di Svezia e Norvegia si è formata una “grande nuvola” di metano, come la chiamano i media dei due Stati, a causa della gigantesca fuga di gas da Nord Stream 1 e 2, che negli scorsi giorni hanno subito con ogni probabilità un atto di sabotaggio. Tralasciando il lato dello scontro e delle colpe, che approfondiremmo aree non di nostra competenza, lo scienziato Stephen Matthew Platt ha affermato: “Non è pericoloso per l’uomo. È l’effetto climatico di cui invece stiamo parlando, che potrebbe portare a gravi conseguenze”. Il metano è un potente gas serra, tossico se inalato vicino alla fonte di emissione, ma innocuo in atmosfera: è presente di natura, ma l’uomo ha enormemente aumentato i suoi livelli. Danimarca e Svezia affermano che le esplosioni che hanno causato le perdite dell’idrocarbuto potrebbero essere dovuta alla “detonazione di diverse centinaia di chili di esplosivo”.
Le conseguenze
Che dobbiamo aspettarci? A livello tossicologico nessuna, sebbene in data 30 Settembre sia arrivata pure nei nostri cieli, portata inevitabilmente dalle correnti. Per quanto riguarda il lato dei cambiamenti climatici le conseguenze peseranno nel computo delle emissioni globali di co2 nonché di gas a effetto serra. Insomma, un circolo vizioso: se da un lato si fa di tutto per ridurle, dall’altro queste perdite sono gravissime. Un motivo in più per togliersi dagli idrocarburi e passare alle energie green!
Fonte Articolo: Col. Mario Giuliacci