Arrivano nuove conferme sulla presenzadi acqua liquida su Marte

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Arrivano nuove conferme sulla presenza di acqua liquida su Marte

A sostegno della scoperta italiana del 2018
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Arrivano nuove prove sull’esistenza di acqua liquida sotto il polo sud di Marte identificata per la prima volta nel 2018 dallo studio italiano pubblicato sulla rivista Science.

La conferma arriva da nuove analisi pubblicate sulla rivista Nature Astronomy da un gruppo di ricerca guidato dall’Università di Cambridge usando un metodo completamente differente rispetto a quello di 4 anni fa.

Foto satellitare di canali di Marte nei quali un tempo scorreva acqua (fonte: NASA/JPL/Univ. Arizona/UChicago) © Ansa Foto satellitare di canali di Marte nei quali un tempo scorreva acqua (fonte: NASA/JPL/Univ. Arizona/UChicago)

“A nome di tutti i miei colleghi posso dire che siamo estremamente felici che un metodo indipendente confermi la plausibilità dell’esistenza di acqua liquida su Marte”, ha commentato all’ANSA Enrico Flamini, oggi all’Università di Chieti-Pescara e nel 2018 uno dei responsabili della storica scoperta di acqua liquida su Marte realizzata insieme a colleghi dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), università Roma Tre, Sapienza e Gabriele d’Annunzio (Pescara) e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Quella scoperta si era basata sui dati del radar Marsis, a bordo del satellite Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Una conferma indipendente dell’esistenza di acqua liquida arriva oggi da un altimetro laser istallato a bordo del satellite Mars Global Surveyor della Nasa, che è stato in grado di misurare le variazioni dell’altezza dei ghiacci che ricoprono il polo sud marziano.

la topografia superficiale del polo sud di Marte. La linea azzurra mostra l’area utilizzata negli esperimenti di modellazione e il quadrato verde mostra la regione contenente l’acqua subglaciale dedotta. credit: University of Cambridge

Queste variazioni, rilevano gli autori della ricerca, indicano l’esistenza di grandi sacche di acqua liquida al di sotto degli strati ghiacciati, così come indicava lo studio italiano del 2018.

Negli ultimi anni più di uno studio aveva messo in dubbio i risultati presentati dai ricercatori italiani. “Il nuovo studio, con un metodo completamente differente, arriva oggi alle stesse conclusioni – ha osservato Flamini – sconfessando così studi approssimativi fatti da altri, che contestavano il nostro lavoro”.

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