Le piogge d’agosto non sono bastate per dire addio alla siccità

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Le piogge d’agosto non sono bastate per dire addio alla siccità

Anbi: «L’Italia è di fronte ad un drammatico dilemma meteorologico per le prossime settimane»
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Con la seconda metà di agosto è tornato a piovere anche in territori che non vedevano da mesi una goccia d’acqua, ma – come mostrano i dati aggiornati dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche – tali precipitazioni «non hanno risolto la condizione di conclamata crisi idrica, presente in diverse zone del Paese già dall’estate 2021 e risolvibile ormai solo nel medio periodo».

Emblematica ad esempio la situazione della Valle d’Aosta, dove in agosto sono caduti mediamente 60 millimetri di pioggia (media storica: mm.85) e la temperatura ha sfiorato i 40 gradi: l’indice Spi (Standardized precipitacion index) a 12 mesi indica che  la fascia centro-meridionale della regione è in una condizione di siccità estrema.

«L’Italia è di fronte ad un drammatico dilemma meteorologico per le prossime settimane: auspicare copiose piogge, esponendo però il territorio ai gravi rischi, conseguenza di anni di mancati investimenti nella prevenzione idrogeologica oppure sperare in condizioni climatiche regolari, ben sapendo però di permanere in una condizione idrica di forte sofferenza», spiega Francesco Vincenzi, presidente Anbi, l’associazione che riunisce i Consorzi di bonifica a livello nazionale.

La situazione più evidente è quella delle falde sotterranee, la cui ricarica necessiterebbe di lunghi periodi di pioggia costante: in Veneto e Toscana, ad esempio, nonostante le recenti precipitazioni, si registrano, in molti casi, livelli inferiori ai minimi precedenti.

Nello specifico, in Veneto, dove le precipitazioni agostane hanno segnato +20% sulla media regionale, si registrano deficit superiori anche al 100%, mentre in Toscana  i piezometri posizionati lungo la fascia costiera delle province di Grosseto, Livorno, Pisa e Lucca hanno rilevato livelli negativi mai raggiunti prima: le situazioni più gravi  ad Alberese e Castagneto Carducci; sono invece tornate su livelli normali le falde della piana fiorentina-pratese-pisana, dove le piogge di agosto  hanno registrato surplus fino al 170%.

Nel Centro Italia è comunque il Lazio a subire le maggiori conseguenze della siccità con Tarquinia, che sta confermandosi località meno piovosa d’Italia con soli mm. 117 da inizio d’anno (solo mm.1,7 in Agosto)

Al  Nord invece i livelli dei grandi bacini naturali permangono largamente al di sotto della media storica e distanti da quanto registrato lo scorso anno comunque secco: in particolare, il lago di Como è al 10% del riempimento e quello d’Iseo al 7,9%.

Nonostante un’evidente ripresa, anche il fiume Po rimane sotto i minimi storici e la portata a Pontelagoscuro non riesce  a raggiungere i 450 metri cubi al secondo, soglia minima per contrastare la risalita del cuneo salino.

Al Sud, invece, i fiumi della Campania non segnalano particolari sofferenze, mentre i volumi trattenuti negli invasi della Basilicata si sono ridotti di oltre 57 milioni di metri cubi in un mese, così come in Sardegna, dove i bacini delle dighe sono calati di quasi 130 milioni di metri cubi di risorsa conservata, ma restano in linea con la media del periodo, attestandosi complessivamente ad oltre 1 miliardo e 135 milioni di metri cubi d’ acqua.

Infine, ancora meglio va in Puglia dove, superata la grande richiesta irrigua, i bacini principali contengono circa 142 milioni di metri cubi d’acqua, cioè un surplus di 26 milioni sull’anno scorso.

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