Il contributo della calotta glaciale della Groenlandia all’innalzamento dei mari è inevitabile
Sarà di almeno 27 centimetri entro la fine del secolo anche se le emissioni di anidride carbonica venissero interrotte immediatamente. Ma, in uno scenario più realistico, l’aumento del livello sarà ancora maggiore, oltre i 78 centimetri
di Katharina Menne/Spektrum der Wissenschaft
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Anche se il mondo intero smettesse immediatamente di usare i combustibili fossili, la calotta glaciale della Groenlandia perderebbe comunque circa 110 trilioni di tonnellate di ghiaccio nei prossimi decenni. È questa la conclusione a cui è giunto un gruppo internazionale di glaciologi in uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Climate Change”. Gli autori calcolano che un innalzamento medio del livello del mare a livello globale di almeno 27 centimetri è inevitabile.
Dagli anni ottanta, la Groenlandia sta perdendo più ghiaccio a causa dello scioglimento della superficie e del deflusso dei ghiacci di quanto ne stia guadagnando con l’accumulo di precipitazioni. Questo sta causando uno squilibrio e un lento scongelamento della calotta glaciale. Utilizzando sofisticati modelli climatici e simulazioni del processo di fusione, i ricercatori cercano da tempo di prevedere come si svilupperà in futuro la banchisa della Groenlandia e quali effetti avrà nel tempo. Per esempio, la riduzione della calotta glaciale è considerata un punto di svolta cruciale per il clima, perché attualmente la superficie bianca e innevata riflette ancora la luce del Sole. Tuttavia, quanto più l’area si riduce, tanto più la luce viene assorbita dalle superfici scure, riscaldando ulteriormente il pianeta.
Il limite di innevamento della calotta glaciale
I modelli precedenti sono considerati difettosi perché tengono conto in modo impreciso delle interazioni tra terraferma, atmosfera e oceano. L’autore principale del nuovo studio, Jason Box del National Geological Survey of Denmark and Greenland (GEUS), e i suoi colleghi hanno quindi adottato un approccio diverso. Hanno utilizzato misurazioni in loco e immagini satellitari per determinare la quantità di ghiaccio resa instabile dal riscaldamento globale negli ultimi anni. Hanno inoltre attinto ai dati climatici dal 2000 al 2019. In questo modo, hanno dimostrato che il deflusso delle acque di fusione è la causa principale delle fluttuazioni annuali del bilancio di massa della calotta glaciale groenlandese.
I ricercatori hanno studiato principalmente i cambiamenti nella cosiddetta linea della neve della calotta glaciale: dove c’è neve sul ghiaccio, anche in estate, che riflette bene la luce solare, il ghiaccio è in equilibrio. Dove invece è visibile il ghiaccio nudo, che appare molto più scuro, la fusione in estate è più elevata del guadagno dovuto alla neve in inverno, e il ghiaccio è in squilibrio. Inoltre, il ghiaccio non fonde uniformemente ovunque sulla superficie, ma soprattutto lungo i bordi negli strati inferiori più caldi.
Un inconveniente di questo metodo, tuttavia, è che non fornisce un quadro temporale delle tendenze rilevate. “Per ottenere queste cifre, abbiamo dovuto ignorare il fattore tempo nel calcolo”, ha sottolineato Box, secondo un comunicato del GEUS. “Ma le nostre osservazioni suggeriscono che la maggior parte dell’aumento del livello del mare previsto si verificherà prima della fine di questo secolo.”
I 27 centimetri d’innalzamento certo del livello del mare, tuttavia, sono solo un’ipotesi minima. “Realisticamente, questo valore sarà più che raddoppiato entro la fine del secolo”, ha spiegato ancora Box. “Nello scenario prevedibile che il riscaldamento globale continui, il contributo della calotta glaciale della Groenlandia all’innalzamento del livello del mare continuerà ad aumentare.” Per capire come potrebbe essere questa tendenza, i ricercatori hanno basato i loro calcoli sui dati del 2012, che hanno registrato il più alto tasso di fusione misurato fino a oggi, e hanno ipotizzato che queste condizioni continueranno anno dopo anno. In questo caso, lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia porterebbe a un aumento del livello del mare di oltre 78 centimetri.
La Groenlandia è particolarmente colpita dai cambiamenti climatici, poiché l’Artide si è già riscaldata molto più di qualsiasi altra regione della Terra.