Il buco nero della Via Lattea è circondato da bolle di gas VIDEO

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Il buco nero della Via Lattea è circondato da bolle di gas VIDEO

La scoperta aiuta a capire un ambiente enigmatico
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Bolle di gas super-caldo orbitano, velocissime, intorno a al buco nero supermassiccio, Sagittarius A*, che si trova al centro della Via Lattea, e per la prima volta permettono di gettare nuova luce sull’ambiente ancora enigmatico nel cuore della nostra galassia.

Scoprirle è stato possibile grazie ai dati raccolti del radiotelescopio Alma, situato in Cile e gestito da European Southern Observatory (Eso), National Science Foundation americana (Nsf) e Istituto Nazionale per le Scienze Naturali del Giappone (Nins). Pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics, la ricerca è stata coordinata dall’Istituto tedesco Max Planck per la Radioastronomia di Bonn.

This image shows the Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) looking up at the Milky Way as well as the location of Sagittarius A*, the supermassive black hole at our galactic centre. Highlighted in the box is the image of Sagittarius A* taken by the Event Horizon Telescope (EHT) Collaboration. Located in the Atacama Desert in Chile, ALMA is the most sensitive of all the observatories in the EHT array, and ESO is a co-owner of ALMA on behalf of its European Member States.

Allo studio, guidato da Maciek Wielgus, hanno contribuito anche ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’Università di Cagliari.

Le bolle di gas viaggiano a una velocità straordinaria, circa il 30% di quella della luce, compiendo un giro completo in appena 70 minuti. Sono state scoperte per caso dal telescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), poco tempo dopo un lampo di raggi X proveniente proprio dal centro della Via Lattea e individuato dal telescopio spaziale Chandra della Nasa. Si riteneva, infatti, che esplosioni di energia simili fossero associate ai cosiddetti ‘punti caldi’, bolle di gas caldo che orbitano molto velocemente e vicino al buco nero. La recente scoperta supporta quindi questa idea, fornendo nuovi indizi sui meccanismi alla base del fenomeno.

“In futuro dovremmo essere in grado di tracciare questi punti caldi utilizzando le osservazioni fatte in diverse lunghezze d’onda”, commenta Ivan Marti-Vidal dell’Università spagnola di Valencia, co-autore dello studio: “Il successo di un tale sforzo – aggiunge Marti-Vidal – sarebbe una vera pietra miliare per la nostra comprensione della fisica del centro galattico”. Conclude Wielgus: “Si spera che un giorno potremo dire che sappiamo esattamente cosa accade intorno a Sagittarius A*”.

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