Tevere allo stremo. Legambiente: si rischia il disastro ecologico
La Regione Umbria blocchi immediatamente gli attingimenti
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La denuncia arriva dal circolo Legambiente Perugia e Valli del Tevere: «Il Tevere a Ponte Pattoli a Perugia è praticamente in secca. Da Torgiano, grazie all’apporto delle acque del Chiascio, le portate migliorano leggermente, ma a Montemolino a Todi si registrano morie di pesci probabilmente dovute alla carenza di ossigeno nelle acque».
Secondo Giovanni Carmignani, presidente del Cigno Verde perugino e tiberino è «“Una situazione drammatica che è sotto gli occhi di tutti. Dopo le scarse piogge dell’inverno e della primavera scorsi era chiaro a tutti che avremmo dovuto affrontare una delle più gravi emergenze idriche degli ultimi anni».
Il 14 luglio il Consiglio dei ministri ha «Esteso gli effetti della dichiarazione dello stato di emergenza, adottata con delibera del 4 luglio 2022, in relazione alla situazione di deficit idrico in atto, ai territori delle regioni ricadenti nel bacino del Distretto dell’Appennino centrale nonché, per le peculiari condizioni ed esigenze rilevate, al territorio della Regione Umbria. Per far fronte ai primi interventi sono stati stanziati 2.800.000 euro, a carico del fondo per le emergenze nazionali».
Il 2 agosto, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale ha confermato a situazione di grave siccità: «Permane, pertanto, un quadro complessivo distrettuale di severità idrica alta».
Legambiente ricorda che «Vari documenti prodotti dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale evidenziano per la Toscana, l’Umbria e le Marche, per il periodo settembre 2021 maggio 2022, un deficit di precipitazioni idrici dell’ordine del 30%, 40%. Le precipitazioni nei mesi di maggio e giugno sono risultate molto inferiori alla media (-70%). Già a maggio l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale aveva sottolineato una situazione di severità media con tendenza al peggioramento, con livelli di “severità alta” per l’Umbria e deflussi dei fiumi Tevere, Chiascio, Paglia e Chiani con valori minimi del deflusso di base. Situazione grave anche per le portate delle sorgenti monitorate in continuo evidenziano una situazione critica collegata ad una ridotta ricarica che porta ad una previsione di riduzione complessiva delle portate alle sorgenti di 860 l/s al 15 settembre. Un quadro quello dei dati pubblicati dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale critico e non sufficiente ad evitare possibili danni al sistema».
Carmignani conclude: «Si continua a prelevare acqua dal Tevere per irrigare campi di tabacco anche fuori dalle disposizioni regionali che sono ormai provvedimenti inadeguati alla gravità di una situazione. Gli ecosistemi acquatici sono quelli più fragili con queste temperature e scarsità di acqua, basta un abbassamento improvviso di ossigeno, uno scarico fognario mal funzionante e ci troveremmo di fronte ad un disastro ecologico con la morte di tutte le componenti biotiche del fiume. Occorre fermare immediatamente i prelievi ad uso irriguo, potenziare i controlli per salvare quello che rimane di ecosistemi fluviali ormai allo stremo. Occorre poi una strategia e politiche di adattamento ai cambiamenti climatici capaci di segnare una svolta irrinunciabile sull’uso delle acque superficiali, individuando le destinazioni d’uso agricole in relazione alle disponibilità idriche: colture altamente idro-esigenti come la coltivazione del tabacco vanno scoraggiate, sappiamo benissimo che non ci sarà abbastanza acqua per coltivarlo. E’ necessario anche individuare sistemi irrigui ad alto risparmio idrico. Tutte azioni che avrebbero dovuto essere previste almeno 10-15 anni fa. Inaccettabile farsi cogliere ancora oggi impreparati».