Gli incendi boschivi dell’estate nera in Australia hanno causato un buco “profondo e di lunga durata” nello strato di ozono
Tutto il lavoro fatto per proteggere lo strato di ozono potrebbe essere annullato dai cambiamenti climatici
www.greenreport.it
Lo studio “Australian wildfires cause the largest stratospheric warming since Pinatubo and extends the lifetime of the Antarctic ozone hole”, pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori delle università di Exeter e di Manchester e del MET Office britannico, ha rivelato che gli incendi boschivi della Black Summer australiana hanno probabilmente danneggiato lo strato di ozono e causato le temperature più alte nella stratosfera da 30 anni.
Quegli incendi terrificanti hanno incenerito più di 24 milioni di ettari, ucciso direttamente 33 persone e quasi 450 altre hanno perso la vita a causa degli effetti dell’inalazione di fumo. Gli animali scomparsi tra le fiamme sono miliardi.
Ora il nuovo studio ha rivelato che a causa dei mega-incendi australiani, « Le temperature medie globali della stratosfera inferiore sono aumentate bruscamente nel gennaio 2020 raggiungendo valori che non si registravano dall’inizio degli anni ’90. Temperature stratosferiche inferiori anormalmente elevate sono state registrate per 4 mesi a livelli statisticamente altamente significativi». Un innalzamento della temperatura globale nella stratosfera di 0,7 gradi Celsius e sopra l’Australia la temperatura è aumentata di 3°C.
Uno degli autori dello studio, Jim Haywood del Met Office Hadley Centre e professore di scienze atmosferiche University of Exeter, ha detto ad ABC News che «I risultati sono statisticamente significativi e preoccupanti. Le implicazioni potrebbero essere piuttosto allarmanti, perché si prevede che il clima futuro diventerà più caldo e secco e ci aspettiamo frequenze più elevate di incendi e ci aspettiamo anche che siano di maggiore intensità».
I ricercatori britannici hanno anche scoperto che gli incendi boschivi sembravano aver esaurito lo strato di ozono terrestre e causato «Un buco dell’ozono molto grande, profondo e di lunga durata». Una pessima notizia, visto che lo strato di ozono è riuscito a riprendersi dagli anni ’80 dopo la firma del Protocollo di Montreal, che elimina gradualmente l’uso di alcune sostanze chimiche dannose per l’ozono. La stratosfera, che contiene lo strato di ozono, si trova da 12 a 50 km al di sopra della superficie terrestre, di solito non varia molto in termini di temperatura, tranne che in occasione di eventi come grandi eruzioni vulcaniche o giganteschi incendi boschivi estremi e prolungati.
Secondo lo studio, gli aerosol fortemente assorbenti prodotti dall’abbruciamento di biomassa degli incendi del sud-est australiano del 2019-2020 hanno causato il l’anomalia media globale dello strato di ozono più alta dopo quella causata dall’eruzione del vulcano Pinatubo del 1991. La perdita di ozono indotta dal fumo e il conseguente raffreddamento, in particolare nell’Antartico, «Hanno provocato un’accelerazione e la successiva rottura ritardata del vortice polare. Questo, a sua volta, ha contribuito al prolungato buco dell’ozono osservato nel 2020. E’ probabile che i futuri cambiamenti climatici aumenteranno la frequenza e l’intensità degli eventi di incendi boschivi. aumentando la probabilità di eventi BBA stratosferici più frequenti nel futuro».
Hayward conclude avvertendo che «Gli sforzi globali per ripristinare lo strato di ozono potrebbero essere rapidamente messi a rischio. Tutto il duro lavoro che abbiamo fatto per sbarazzarci delle sostanze che riducono l’ozono per proteggere lo strato di ozono potrebbe essere annullato dal riscaldamento globale».