L’allarme siccità in Italia inascoltato da decenni e del tutto prevedibile
Le soluzioni ci sono ma sono state ignorate o osteggiate
di Mario Giuliacci – Meteogiuliacci
La prolungata grave siccità in atto Italia non è un evento imprevedibile, anzi era mettere in conto.
La politica del “tiriamo a campà”
Ma come al solito chi ha fin qui gestito la “res Pubblica”, nonostante gli accorati ripetuti appelli da anni da parte del mondo agricolo, ha fin ad oggi ignorato i chiari messaggi inviatici dalla natura, onde non scontentare movimenti estremisti e campanilismi locali che hanno da sempre osteggiato e impedito di mettere mano alla soluzione del problema. Si spiega anche così perché il nostro Paese sia tanto in ritardo nell’affrontare le emergenze climatico-ambientali, anche quelle più evidenti e di cui si ha persino consapevolezza.
La siccità, un evento ormai troppo frequente negli anni ‘2000
La crisi idrica in atto è peggiore persino di quella del 2003, tanto che il Po ha una portata d’acqua inferiore del 72% di quella naturale. La criticità riguarda l’acqua di sorgente, perché in questo inverno, così come in altri inverni del recente passato, ha nevicato poco sulle montagne. Ma la neve è la materia prima che con la sua fusione dovrebbe alimentare i fiumi tra giugno e agosto. L’episodio di grave siccità in atto non è un caso isolato. Infatti, le statistiche climatiche mostrano con chiarezza che negli anni ‘2000 la calamità è diventata via via più frequente e più grave, soprattutto sul Nord Italia. In particolare dal 2000 al 2021 la piovosità sul Centronord è stata inferiore alle media pluriennale in ben13 annate. Le annate con siccità record: 2003, 2011, 2015, 2017 ossia ben tre episodi negli ultimi 10 anni. Un chiaro inascoltato campanello d’allarme. Episodi che con l’inarrestabile surriscaldamento del pianeta – e il Mediterraneo è una delle aree più surriscaldate – diverranno quasi sicuramente ancor più frequenti, più intensi e più duraturi.
Le soluzioni c’erano e ci sono
La strada era ed è quella della creazione di molto piccoli invasi, che non andrebbero neanche a modificare più di tanto il locale paesaggio. Servirebbero per raccogliere l’acqua quando è in abbondanza per restituirla al territorio – non solo all’agricoltura – nei periodi di siccità. Per di più gli invasi sono in grado di difendere il territorio di dai disastri delle inondazioni che, negli ultimi anni, hanno prodotto danni ingenti all’agricoltura e non solo”. Ovviamente anche gli agricoltori possono contribuire alla soluzione dl problema realizzando, per le coltivazioni nelle quali si può, impianti di irrigazione efficienti a manichetta o a goccia. Ed evitando sempre di più l’irrigazione a pieno campo. Tutto ciò per sprecarne il meno possibile.
Fonte Articolo: Col. Mario Giuliacci