La crisi climatica continua ad accelerare: nel 2021 toccati quattro record negativi
Guterres: «Le energie rinnovabili sono l’unico percorso verso una vera sicurezza energetica, prezzi dell’energia stabili e opportunità di lavoro sostenibili»
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L’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha pubblicato oggi il rapporto sullo Stato del clima globale nel 2021, che non porta buone notizie: quattro indicatori chiave del cambiamento climatico – concentrazioni di gas serra, innalzamento del livello del mare, calore oceanico e acidificazione degli oceani – hanno stabilito nuovi record nel 2021.
«Questo è un altro chiaro segno che le attività umane stanno causando cambiamenti su scala planetaria terra, nell’oceano e nell’atmosfera, con ramificazioni dannose e durature per lo sviluppo sostenibile e gli ecosistemi», spiegano dal Wmo.
Le testimonianze della crisi climatica in corso sono ormai ubiquitarie, come documentano i molti dati messi in fila dal Wmo, a partire dalle concentrazioni di CO2 in atmosfera, che hanno toccato un nuovo massimo globale nel 2020 a 413,2 parti per milione (ppm) segnando un +149% rispetto al livello preindustriale. Una realtà che si porta dietro innumerevoli conseguenze.
La temperatura media globale nel 2021 era di circa 1,11°C sopra la media preindustriale (1850-1900), con eccezionali ondate di caldo: a Siracusa è stato toccato il livello record europeo (48,8°C), e non è certo la parte peggiore. Nell’ultimo anno la siccità ha colpito molte parti del mondo, tra cui il Corno d’Africa – dove continua a crescere mettendo a repentaglio le popolazioni – il Canada, gli Stati Uniti occidentali, l’Iran, l’Afghanistan, il Pakistan e la Turchia.
Al contempo crescono anche eventi estremi di altro tipo, in primis le inondazioni: lo scorso luglio l’Europa occidentale ha subito alcune delle inondazioni più gravi mai registrate, associate solo in Germania a perdite economiche superiori a 20 miliardi di dollari.
Anche gli oceani si stanno ormai danneggiando progressivamente. Sono loro infatti che assorbono circa il 23% delle emissioni annuali di CO2 di origine antropica rilasciate nell’atmosfera, che una volta a contatto con l’acqua di mare porta all’acidificazione degli oceani, tanto che il pH della superficie oceanica è ora il più basso degli ultimi 26mila anni almeno.
«Il clima sta cambiando davanti ai nostri occhi – spiega Petteri Taalas, segretario generale del Wmo – Il calore intrappolato dai gas serra indotti dall’uomo riscalderà il pianeta per molte generazioni a venire. L’innalzamento del livello del mare, il calore degli oceani e l’acidificazione continueranno per centinaia di anni a meno che non vengano inventati mezzi per rimuovere il carbonio dall’atmosfera. Alcuni ghiacciai hanno raggiunto il punto di non ritorno e questo avrà ripercussioni a lungo termine in un mondo in cui più di 2 miliardi di persone soffrono già di stress idrico».
Ma se la crisi climatica in corso è imputabile alle emissioni di gas serra provenienti dalle attività umane, la buona notizia è che possiamo ancora rimediare.
Criticando «la triste litania del fallimento dell’umanità nell’affrontare il cambiamento climatico», il segretario generale dell’Onu António Guterres è intervenuto oggi alla presentazione Wmo per chiedere un’azione urgente per afferrare il «frutto basso» della trasformazione dei sistemi energetici, portandoci lontano dal «vicolo cieco» dei combustibili fossili per passare alle energie rinnovabili .
Guterres ha proposto cinque azioni critiche per avviare la transizione verso l’energia rinnovabile, che includono un maggiore accesso alle tecnologie e alle forniture di energia rinnovabile, una triplicazione degli investimenti privati e pubblici nelle energie rinnovabili e la fine dei sussidi sui combustibili fossili, che ammontano a circa 11 milioni di dollari al minuto, un paradosso che riguarda anche l’Italia.
«Le energie rinnovabili sono l’unico percorso verso una vera sicurezza energetica, prezzi dell’energia stabili e opportunità di lavoro sostenibili. Se agiamo insieme – conclude Guterres – la trasformazione dell’energia rinnovabile può essere il progetto di pace del 21° secolo».