Aumenta la probabilità di raggiungere temporaneamente +1,5°C nei prossimi 5 anni
Le nuove previsioni della Wmo basate su dati del Met Office britannico
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Secondo il Global Annual to Decadal Climate Update pubblicato dal Met Office del Regno Unito, centro di riferimento della World meteorological organization (Wmo) per questo tipo di previsioni, «E’ probabile che la temperatura media annua globale (terra e mare) vicino alla superficie sia almeno 1° C più calda rispetto ai livelli preindustriali (definiti come media 1850-1900) in ciascuno dei prossimi 5 anni ed è molto probabile che rientri nel range 0,9 – 1,8°C; E’ quasi altrettanto probabile (40% di probabilità) che uno dei prossimi 5 anni sarà almeno 1,5° C più caldo dei livelli preindustriali e la probabilità aumenta con il tempo; E’ molto improbabile (10%) che la temperatura media annua globale in prossimità della superficie in 5 anni per il 2021-2025 sarà di 1,5° C più calda rispetto ai livelli preindustriali; La possibilità che almeno un anno superi l’anno più caldo in corso, il 2016, nei prossimi 5 anni è del 90%; Nel periodo 2021-2025, quasi tutte le regioni, ad eccezione di parti degli oceani meridionali e del Nord Atlantico, saranno probabilmente più calde del recente passato (definito come media 1981-2010); Nel periodo 2021-2025, le regioni ad alta latitudine e il Sahel saranno probabilmente più umide del recente passato; Nel periodo 2021-2025 c’è una maggiore possibilità di più cicloni tropicali nell’Atlantico rispetto al recente passato; E’ probabile che nel 2021 vaste aree di terra nell’emisfero settentrionale siano più calde di oltre 0,8° C rispetto al recente passato; E’ probabile che nel 2021 l’Artico (a nord di 60° N) si sia riscaldato di oltre il doppio della media globale rispetto al recente passato; Nel 2021, il Nord America sudoccidentale sarà probabilmente più secco del recente passato, mentre la regione del Sahel e l’Australia saranno probabilmente più umide.
L’aggiornamento annuale, che serve a fornire informazioni fruibili per i decisori politici, viene realizzato grazie al contributo di climatologi di fama internazionale e dei migliori sistemi di previsione dei principali centri climatici di tutto il mondo.
Il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, ha evidenziato che «Queste sono più che semplici statistiche. L’aumento delle temperature significa più scioglimento dei ghiacci, livelli del mare più alti, più ondate di caldo e altri eventi meteorologici estremi e maggiori impatti sulla sicurezza alimentare, sulla salute, sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile. Questo studio mostra – con un alto livello di competenza scientifica – che ci stiamo avvicinando in modo misurabile e inesorabile all’obiettivo più basso dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. E’ l’ennesimo campanello d’allarme che il mondo ha bisogno di accelerare gli impegni per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere la carbon neutrality. Ora, i progressi tecnologici consentono di rintracciare le emissioni di gas serra alle loro fonti come mezzo per indirizzare con precisione gli sforzi di riduzione. Sottolinea anche la necessità dell’adattamento climatico. Solo la metà dei 193 membri della WMO dispone di servizi di allerta precoce all’avanguardia. I Paesi dovrebbero continuare a sviluppare i servizi che saranno necessari per sostenere l’adattamento nei settori sensibili al clima – come la salute, l’acqua, l’agricoltura e le energie rinnovabili – e promuovere sistemi di allerta precoce che riducano gli impatti negativi degli eventi estremi. Oltre alle limitazioni nei servizi di allerta precoce, stiamo riscontrando gravi gap nelle osservazioni meteorologiche, specialmente in Africa e negli stati insulari. Questo ha un forte impatto negativo sull’accuratezza dei preavvisi in quelle aree ea livello globale. Dobbiamo investire anche nelle reti di base».
Secondo lo State of the Global Climate 2020 pubblicato dalla Wmo ad aprile, nel 2020, uno dei tre anni più caldi mai registrati, la temperatura media globale è stata di 1,2° C al di sopra della baseline preindustriale. Quel rapporto ha evidenziato «L’accelerazione degli indicatori del cambiamento climatico come l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci marini e condizioni meteorologiche estreme, nonché il peggioramento dell’impatto sullo sviluppo socioeconomico».
Il Global Annual to Decadal Climate Update sul clima conferma questo trend e la Wmo sottolinea che «Nei prossimi 5 anni, è probabile che la temperatura globale media annuale sarà almeno 1° C più calda – all’interno dell’intervallo 0,9°C – 1,8°C – rispetto ai livelli preindustriali. La possibilità di raggiungere temporaneamente 1,5° C è all’incirca raddoppiata rispetto alle previsioni dell’anno scorso. Questo è dovuto principalmente all’utilizzo di un dataset sulla temperatura migliorato per stimare la baseline piuttosto che a cambiamenti improvvisi negli indicatori climatici».
Adam Scaife, head of seasonal to decadal prediction del Met Offic, ha spiegato che «La valutazione dell’aumento della temperatura globale nel contesto del cambiamento climatico si riferisce alla temperatura media globale a lungo termine, non alle medie per singoli anni o mesi. Tuttavia, un temporaneo superamento del livello di 1,5 gradi potrebbe essere visto già nei prossimi anni».
Il 2021, con la 26esima Conferenza della parti Unfccc di Glasgow a novembre, era stato definito un anno cruciale per evitare che il cambiamento climatico vada sempre più fuori controllo, ma i risultati non sono stati all’altezza delle speranze e delle promesse e, anche se la lotta al cambiamento climatico è in cima all’agenda del vertice dei leader del G-7 ospitato dal Regno Unito dall’11 al 13 giugno, non sono molti quelli che credono che la situazione cambi, viste anche le reazioni “energetiche” dell’Occidente rispetto alla crisi aperta dalla guerra in Ucraina.