Scoperta la causa del recente record negativo di ghiaccio marino in Antartide
Nel mese di febbraio scorso, è sceso sotto i due milioni di chilometri quadrati per la prima volta da quando esistono le misurazioni satellitari. Al processo potrebbero concorrere sia i fattori climatici naturali sia quelli legati al riscaldamento climatico dovuto alle attività umane, destinato tuttavia a diventare preponderante
di Chelsea Harvey/E&E News
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Il ghiaccio marino antartico ha raggiunto un minimo storico alla fine di febbraio, scendendo sotto i due milioni di chilometri quadrati per la prima volta da quando i satelliti hanno iniziato a osservare il continente meridionale più di 40 anni fa.
Ora gli scienziati affermano di avere chiarito le ragioni del fenomeno.
Uno studio pubblicato sulla rivista “Advances in Atmospheric Sciences” illustra una tempesta perfetta di fattori che hanno mandato il ghiaccio marino antartico a picco nell’ultimo anno. Alcuni di questi fattori coinvolgono i cicli climatici naturali, mentre altri possono essere influenzati dal cambiamento climatico prodotto dalle attività umane.
Una combinazione di condizioni di La Niña e altre fluttuazioni climatiche nell’emisfero meridionale ha contribuito a rafforzare un fenomeno meteorologico naturale nell’Oceano del Sud, noto come centro di bassa pressione del Mare di Amundsen (Amundsen Sea Low, o ASL). L’ASL è una specie di uragano permanente che vortica al largo della costa dell’Antartide occidentale. È sempre lì, ma a volte è più forte e a volte più debole, in funzione di altre condizioni climatiche.
Quando l’ASL è più forte, ha spesso un effetto distruttivo sul ghiaccio marino antartico.
Allo stesso tempo, nel 2021 gli oceani di tutto il mondo hanno raggiunto i loro livelli più caldi in assoluto. E l’Oceano meridionale sta mostrando alcuni dei più elevati livelli di riscaldamento a lungo termine. Si tratta di un’ulteriore minaccia per il ghiaccio marino antartico, come hanno sottolineato i ricercatori. Le acque più calde possono assottigliare il ghiaccio dal basso verso l’alto, facilitandone la fratturazione sotto stress e accelerandone la fusione durante i mesi estivi.
Durante lo scorso anno, nell’emisfero meridionale la combinazione di riscaldamento oceanico a lungo termine, ASL intenso e altri fenomeni climatici naturali ha probabilmente creato le condizioni giuste per una fusione accelerata all’avvicinarsi dell’estate antartica.
In primo luogo, nel 2021 in alcune zone dell’emisfero meridionale il ghiaccio marino era più sottile del normale. Inoltre, a settembre, all’inizio della primavera antartica, ha anche iniziato a sciogliersi prima del solito.
Per via dell’ASL intenso e di altri pattern di venti più forti del solito intorno all’Antartide, il ghiaccio marino in alcune parti dell’Oceano del Sud è andato rapidamente alla deriva verso nord, in acque più calde, dove si è fuso più velocemente del solito. Via via che il ghiaccio scompariva, l’oceano era in grado di assorbire più luce solare e calore, riscaldando ulteriormente le acque e accelerando lo scioglimento.
I venti insolitamente forti hanno anche portato più calore in alcune parti dell’Oceano meridionale, accelerando ancora di più la fusione.
Il 25 febbraio di quest’anno, verso la fine dell’estate antartica, il ghiaccio marino ha raggiunto il suo minimo storico di 1,9 milioni di chilometri quadrati.
È l’ultimo evento in un processo sconcertante per il ghiaccio marino dell’Oceano meridionale. Per la maggior parte delle registrazioni satellitari, a partire dagli anni settanta, il ghiaccio marino antartico si stava effettivamente espandendo. Ciò è in netto contrasto con la tendenza che si manifesta all’altro capo del mondo, dove il ghiaccio marino artico è stato in rapido declino per decenni in risposta al riscaldamento globale.
Ma a partire dal 2014 circa, il processo si è bruscamente invertito. Il ghiaccio marino antartico ha iniziato a ridursi rapidamente. Ha raggiunto un minimo storico nel 2017 per poi rimbalzare leggermente intorno al 2020 e infine precipitare verso un altro minimo record nel 2022.
Queste tendenze hanno lasciato perplessi gli scienziati antartici, che stanno ancora discutendo sulle cause precise. Molti esperti ritengono che i cicli climatici naturali abbiano probabilmente rivestito un ruolo importante.
Anche la riduzione del famigerato buco dell’ozono antartico, che si è gradualmente “chiuso” negli ultimi tre decenni, potrebbe aver avuto una parte di responsabilità. Alcuni studi infatti indicano che tale processo ha influenzato l’andamento dei venti nell’emisfero meridionale, il che a sua volta può avere un impatto sul movimento e sul comportamento del ghiaccio marino antartico.
E anche il cambiamento climatico causato dall’uomo potrebbe aver giocato un ruolo nei recenti eventi, anche se il suo effetto esatto è ancora incerto.
A differenza dell’Artide, dove il riscaldamento ha avuto una chiara e devastante influenza a lungo termine sul ghiaccio marino, in Antartide le condizioni sono più complesse. L’Oceano meridionale è molto più vulnerabile all’influenza di altre fluttuazioni naturali del clima, che non sempre hanno gli stessi tipi di effetti del riscaldamento causato dagli esseri umani.
Per ora, il cambiamento climatico potrebbe non essere il più importante di tutti gli elementi che influenzano il ghiaccio marino antartico. Ma alla fine, mentre il pianeta continua a riscaldarsi, è probabile che diventi un fattore più determinante.
E il cambiamento climatico sta già imponendo un tributo ad altri elementi del sistema antartico.
I ghiacciai dell’Antartide occidentale stanno rilasciando ghiaccio nell’oceano a tassi sempre più elevati, poiché l’acqua relativamente calda del mare li fonde dal basso verso l’alto. Attualmente, la calotta antartica sta perdendo circa 200 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno, aumentando il livello globale dei mari.
E nell’Antartide orientale, rimasto relativamente stabile rispetto ad altre parti della calotta, le condizioni stanno iniziando a cambiare. Alcuni ghiacciai stanno cominciando a perdere ghiaccio a ritmi più rapidi.
Il mese scorso, solo poche settimane dopo l’evento record del ghiaccio marino, un’ondata di calore intensa ha fatto salire le temperature nell’Antartide orientale a livelli senza precedenti. In alcune aree, hanno raggiunto un vertiginoso balzo di 70 gradi sopra la norma – probabilmente un nuovo record per le più alte temperature sopra la norma osservate in qualsiasi stazione meteorologica del mondo.
(L’originale di questo articolo è stato pubblicato su “Scientific American” il 20 aprile 2022. Traduzione ed editing a cura di “Le Scienze”. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)