Non bastano poche piogge per scongiurare il rischio siccità

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Non bastano poche piogge per scongiurare il rischio siccità

Gargano: «È necessario mantenere alta la consapevolezza che il quadro climatico fa presagire un’estate di grande sofferenza idrica per vaste zone dell’Italia settentrionale»
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Dopo un inverno particolarmente siccitoso, le precipitazioni e le temperature “rigide” di inizio aprile avevano fatto sperare in un’inversione si marcia per il trend siccitoso in corso soprattutto nel centro-nord del Paese, ma l’ultimo osservatorio Anbi sulle risorse idriche arriva a spegnere gli entusiasmi.

In Piemonte, ad esempio, le portate dei fiumi  principali sono più che dimezzate rispetto al 2021; il bacino di Como, infatti, è al 5,3% del riempimento, vicinissimo al minimo storico. È in calo anche il lago di Garda, così come il Maggiore riempito solo al 29,2%, vale a dire un’altezza idrometrica, inferiore di circa 65 centimetri  alla media, cioè quasi 800 milioni di metri cubi d’acqua in meno.

In Veneto, gli eventi meteo di inizio Aprile hanno riportato lo spessore della neve  a valori normali sia sulle Prealpi che sulle Dolomiti; ciò fa guardare con ottimismo al futuro dei corsi d’acqua (oggi ai minimi degli anni recenti) e delle  falde con livelli paragonabili a quelli del siccitosissimo 2017.

In questo quadro preoccupante non può certo fare eccezione il fiume Po, in ulteriore calo lungo tutta l’asta e con nuovi record negativi, registrati ai rilevamenti di Piacenza, Cremona e Boretto (Reggio Emilia).

Torna a destare attenzione la situazione idrica in Toscana, dove solamente le portate del  fiume Serchio rimangono invariate, mentre gli altri corsi d’acqua le dimezzano (in una settimana, l’Arno cala di oltre 40.000 litri al secondo) e tutti restano al di sotto delle medie mensili.

«È necessario mantenere alta la consapevolezza che il quadro climatico fa presagire un’estate di grande sofferenza idrica per vaste zone dell’Italia settentrionale. Se da un lato, nel rispetto delle priorità di legge, vanno gestite le necessarie concertazioni fra interessi concorrenti, dall’altro attendiamo la firma dei decreti necessari alle procedure  d’avvio dei cantieri, previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza» dichiara Massimo Gargano, direttore generale di Anbi.

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