Il ghiaccio intorno all’Antartide ha toccato il suo secondo record negativo in pochi anni

0

Il ghiaccio intorno all’Antartide ha toccato il suo secondo record negativo in pochi anni

Se finora il ghiaccio marino antartico non pareva risentire in modo significativo del riscaldamento globale, registrando addirittura estensioni al rialzo, il secondo record negativo della copertura estiva in soli cinque anni fa temere che le cose inizino a cambiare anche lì
di Lars Fischer/Spektrum der Wissenschaft
www.lescienze.it

Il 25 febbraio 2022, il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la sua estensione più bassa da quando sono iniziate le misurazioni nel 1979. Con 1,908 milioni di chilometri quadrati, non solo ha battuto il precedente record negativo del 2017, ma quest’anno è stata anche la prima volta in assoluto che è stato sotto la soglia dei due milioni di chilometri quadrati. Secondo gli esperti, la causa del record negativo è stato il forte vento che ha spinto il ghiaccio che si trovava vicino alla costa verso il mare, dove si è rotto. A differenza dell’Artico, nell’Antartico non c’è finora una chiara tendenza dovuta al cambiamento climatico. I dati satellitari mostrano anzi una leggera tendenza all’aumento della copertura del ghiaccio marino, che contraddice i modelli climatici. Tuttavia, due record negativi in cinque anni indicano che anche l’Antartico sta cominciando a cambiare in un modo difficile da valutare.

Andamento dell’estensione, in milioni di chilometri quadrati, del ghiaccio marino antartico dal primo gennaio al 28 aprile negli anni dal 1989 al 2022. Per il 2022, è evidenziato in rosso il periodo per cui sono già disponibili i dati, mentre per la parte restante è indicata la stima prevista (Fonte: Sea Ice Index Data and Image Archive | National Snow and Ice Data Center)

I cambiamenti sulla terraferma, per esempio – il lento inverdimento della penisola antartica – sono da tempo la prova del riscaldamento dell’estremo continente meridionale. Il ghiaccio marino intorno all’Antartide, però, è in controtendenza, una circostanza conosciuta nella ricerca climatica come il “paradosso del ghiaccio marino”. Diverse ipotesi dovrebbero aiutare a spiegare l’inaspettata stabilità della copertura di ghiaccio. Per esempio, l’acqua fredda di fusione potrebbe stabilizzare il ghiaccio, e i modelli climatici probabilmente sovrastimano il trasporto di calore da nord da parte dei vortici oceanici. Tuttavia, i processi sulla terraferma, non ultimo le piattaforme di ghiaccio Larsen A e B drammaticamente crollate, indicano che nel lungo periodo l’anello di ghiaccio galleggiante attorno al continente non sfuggirà al clima più caldo. Ma non è chiaro quanto tempo ci vorrà e che cosa succederà a quel punto e se i recenti record negativi possono già essere i primi segnali

Share.

Leave A Reply