Collassata in Antartide una piattaforma di ghiaccio grande come Roma
E’ la piattaforma di ghiaccio Conger nell’Antartide orientale, il collasso avvenuto nei giorni di caldo record, temperature su di 40 gradi
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Una piattaforma di ghiaccio grande quanto Roma è collassata nell’Antartide orientale: chiamata Conger, appare come un puzzle che si scompone in mille pezzi nelle immagini catturate prima e dopo la rottura dal satellite europeo Sentinel-2 del programma Copernicus, di Agenzia spaziale europea (Esa) e Commissione europea.
E’ accaduto in concomitanza dell’anomala ondata di calore registrata a metà marzo, quando la temperatura nel plateau antartico è salita di oltre 40 gradi oltre la norma, segnando un record senza precedenti che ha perfino spinto i ricercatori della base Concordia a scattarsi una foto goliardica con tanto di bermuda, gonfiabili e collane di fiori hawaiane mentre il termometro indicava la temperatura più calda del periodo, 11,8 gradi sotto zero.
“Non è mai stata documentata un’ondata di caldo così estrema nel plateau antartico: basti pensare che siamo all’inizio dell’inverno australe e parliamo di un luogo che si trova a 3.000 metri di quota.
Solitamente, in questo periodo dell’anno, la temperatura media giornaliera è compresa tra i 60 e i 55 gradi sotto zero”, osserva Renato Colucci, ricercatore dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isp) e docente di glaciologia dell’Università di Trieste.
L’ondata di caldo è durata una settimana circa: la temperatura ha iniziato a salire il 16 marzo, ha poi raggiunto il picco di -11,8 gradi il 18 marzo e poi è tornata gradualmente a scendere nella norma intorno al 23 marzo. “Il plateau antartico è un deserto bianco, caratterizzato da aria molto secca, cielo sempre sereno e precipitazioni molto rare: in quei giorni invece – ricorda Colucci – è arrivata aria umida, sono comparse molte nuvole e ha perfino nevicato. Colpa della corrente a getto (jet stream), il flusso d’aria canalizzato che al limite della troposfera regola la circolazione delle perturbazioni: a metà marzo ha formato un’ansa molto stretta che si è infilata sopra il plateau, portando con sé una massa di aria umida e mite che stazionava sull’oceano tra l’Antartide e l’Australia”.
Un’anomalia meteorologica determinata dal cambiamento climatico? “Ancora non lo sappiamo”, precisa l’esperto del Cnr. “I modelli del global warming indicano che questo tipo di eventi estremi a matrice calda potrebbero diventare sempre più probabili e frequenti, ma al momento ci manca una casistica per verificarlo, non possiamo cioè escludere che l’episodio registrato sia frutto della casualità: per ora le temperature nel plateau antartico non mostrano un trend in salita, a differenza di quanto vediamo sulle coste e sulla penisola dell’Antartide così come nell’Artico”.