Nel cielo astronomico di febbraio protagonisti Orione, Cassiopea e i gemelli Castore e Polluce
I pianeti abbandonano le notti e si trasferiscono al mattino
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Tutti i pianeti ad eccezione di un ‘timido’ Giove abbandonano in massa le prime ore delle notti nel cielo di febbraio per comparire in scena solo a ridosso dell’alba.
A prendersi la notte sono allora i grandi classici invernali: le costellazioni di Orione, Cassiopea e gemelli Castore e Polluce. Ma a fine mese Luna, Marte e Venere mettono in campo uno splendido allineamento.
“I pianeti lasciano il cielo della sera e per la maggior parte diventano osservabili al mattino, tra le prime luci dell’alba”, spiega Paolo Volpini dell’Unione astrofili italiani (Uai) presentando il cielo del mese. Mercurio, Marte, Venere e Saturno spostano la loro entrata nel cielo alle ultime ore lasciando solamente Giove ancora visibile la sera, ma solo per pochi giorni e per poco tempo perché anche il gigante del Sistema solare si ‘sposterà’ nelle ore che precedono l’alba. Febbraio sarà dunque affidato alle classiche grandi costellazioni invernali: verso sud è ben visibile Orione con le tre stelle allineate della cintura (Alnitak, Alnilam e Mintaka) ed i luminosi astri Betelgeuse e Rigel, più in alto le costellazioni del Toro con la rossa Aldebaran, la costellazione dell’Auriga con la brillante stella Capella e i Gemelli con le stelle principali Castore e Polluce. “A sinistra in basso rispetto ad Orione, il grande cacciatore, nella costellazione del Cane Maggiore, brilla la notissima Sirio, la stella più luminosa del cielo – spiega la pagina Uai dedicata al cielo del mese – e encora più in alto, verso sinistra, la raffigurazione della caccia è completata dal Cane Minore, dove risplende Procione”. A fine mese, la mattina del 27 febbraio, i pianeti tornano a riprendersi la scena con uno spettacolare allineamento nella costellazione del Sagittario di Marte, Venere e una falce di Luna Calante. Ad arricchire la scena si affacceranno anche Mercurio e Saturno molto bassi sull’orizzonte e più difficili da osservare.