La siccità al nord sta battendo tutti i record negativi, e si sta allargando al centro sud

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La siccità al nord sta battendo tutti i record negativi, e si sta allargando al centro sud

Anbi: «Se ovviamente l’attenzione è soprattutto concentrata sul futuro delle produzioni agricole e quindi del cibo, non vanno comunque dimenticati le ancora poco conosciute conseguenze dell’attuale situazione climatica sugli ecosistemi»
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Se c’è una lezione impartita in modo efficace dall’ecologismo, è che il mondo è tutto attaccato: mentre la crisi climatica si sta abbattendo con inusitata violenza nel Corno d’Africa portando 13 mln di persone alla fame per siccità, e mentre nuovi studi informano che entro la fine del secolo esserci ogni anno 120 mln di persone esposte contemporaneamente a siccità gravi, la scarsità idrica avanza rapidamente anche nel nostro Paese.

Al nord «si stanno battendo tutti i record negativi», come mostra l’ultimo Osservatorio sulle risorse idriche elaborato dall’Associazione nazionale dei Consorzi di bonifica (Anbi).

Il lago d’Iseo, ad esempio, registra una percentuale d riempimento pari solo al 13,6%, mentre il Maggiore ha un’altezza inferiore di circa 76 centimetri alla media del periodo. Nel nord-ovest la neve scarseggia perfino in Valle d’Aosta, dove non si registrano significative precipitazioni da circa un mese e l’innevamento pare indirizzato a segnare nuovi minimi storici; questa condizione si ripercuote sul principale fiume della regione, la Dora Baltea, che questa settimana vede ridotta la sua portata da 29,7 a 19,50 metri cubi al secondo.

Anche in Piemonte da inizio anno le precipitazioni sono inferiori del 93% sulla media storica e le temperature hanno toccato, in alcune occasioni, il massimo storico del periodo. La neve  è molto scarsa e le portate del fiume Po sono più che dimezzate rispetto all’anno scorso, ormai evidenziando acclarate “caratteristiche di magra”, nonchè i primi segnali di danni all’habitat; a Torino è stata registrata una portata di 29,2 metri cubi al secondo, mai toccata nel 2020, neppure nel periodo estivo di massima calura

«Se ovviamente l’attenzione è soprattutto concentrata sul futuro delle produzioni agricole e quindi del cibo – evidenzia Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – non vanno comunque dimenticati le ancora poco conosciute conseguenze dell’attuale situazione climatica sugli ecosistemi, dove comunque si sta assistendo alla riduzione di specie autoctone, sopraffatte dall’arrivo delle cosiddette tipologie aliene, più adatte a riprodursi in condizioni ambientali estreme».

E nel frattempo la siccità inizia sempre più a stringere la morsa anche nel centro-sud del Paese. «Oltre al nord la situazione più grave è quella della Toscana», spiega l’Anbi, dove le portate dei corsi d’acqua sono tutte ampiamente al di sotto della normalità (fiume Arno: mc./sec. 13,80 contro una media a febbraio di mc./sec. 110,82)

Si registrano importanti cali di portata si registrano anche nei fiumi delle Marche e del Lazio, mentre al sud – in Campania – i fiumi Garigliano, Volturno e Sele si posizionano su valori inferiori alle medie del periodo, segnando l’ingresso della regione in una fase di siccità invernale; in Basilicata, infine, i principali bacini trattengono  oltre 20 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto all’anno scorso, così come in Puglia, dove sul “granaio d’Italia” nel Tavoliere è piovuto la metà del 2021.

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