Il pianeta sta cambiando: ecco come sono aumentate le temperature globali

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Il pianeta sta cambiando: ecco come sono aumentate le temperature globali

Il NASA Earth Observatory: più 1,1° Celsius dal 1880, forte accelerazione dal 1975
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La “GISS Surface Temperature Analysis” (GISTEMP v4) condotta dagli scienziati del Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA,  conferma che, a partire dalla rivoluzione industriale  le temperature dell’aria sulla Terra sono aumentate e che «Sebbene la variabilità naturale abbia un ruolo, la preponderanza delle prove indica che le attività umane, in particolare le emissioni di gas serra che intrappolano il calore, sono principalmente responsabili del riscaldamento del nostro pianeta».

Infatti, dall’analisi emerge che «La temperatura  media globale sulla Terra è aumentata di almeno 1,1° Celsius dal 1880. La maggior parte del riscaldamento si è verificata dal1975, a una velocità di circa 0,15-0,20°C per decennio».

Le registrazioni dei dati della temperatura globale iniziano intorno al 1880 perché prima di allora  le osservazioni non coprivano sufficientemente il pianeta.  Un grafico pubblicato NASA e i dati mostrano picchi e valli sincronizzati tra loro e tutti mostrano un rapido riscaldamento negli ultimi decenni e che  l’ultimo decennio è stato il più caldo di tutti.

Il NASA GISS team   ha scelto il periodo 1951-1980 come riferimento soprattutto perché il National Weather Service Usa utilizza un periodo trentennale  per definire la temperatura “normale” o media. Anche le analisi della temperatura GISS è iniziato intorno al 1980, quindi gli ultimi 30 anni sono stati il ​​1951-1980. L’obiettivo è quello di «Fornire una stima del cambiamento delle temperature che possa ssere confrontata con le previsioni del cambiamento climatico globale in risposta al biossido di carbonio atmosferico, agli aerosol e ai cambiamenti nell’attività solare». Le analisi delle temperature della NASA comprendono misurazioni della temperatura superficiale provenienti da oltre 20.000 stazioni meteorologiche, osservazioni delle temperature superficiali del mare basate su navi e boe e misurazioni della temperatura dalle stazioni di ricerca antartiche. Queste misurazioni in situ vengono analizzate utilizzando un algoritmo che considera la variazione delle stazioni di temperatura in tutto il mondo e gli effetti delle isole di calore urbane.

Le mappe quinquennali pubblicate dal NASA Earth Observatory mostrano le anomalie delle tempere dal 1880 e ,la NASA avverte che «Queste non sono temperature assolute, ma cambiano rispetto alla norma per ciascuna area. I dati riflettono quanto più calda o più fredda ciascuna regione è stata in confronto al periodo base del 1951-1980. (La temperatura media globale dell’aria superficiale per quel periodo era di 14°C, con un’incertezza di diversi decimi di grado)».

Il 2021 si è confermato come il sesto anno più caldo mai registrato. 9 dei 10 anni record più caldi si sono verificati nell’ultimo decennio.

I ricercatori della Nasa spiegano che «Come dimostrano le mappe, il riscaldamento globale non significa che le temperature aumentino sempre e ovunque alla stessa velocità. Le temperature potrebbero aumentare di 5 gradi in una regione e scendere di 2 gradi in un’altra. Ad esempio, inverni eccezionalmente freddi in un luogo potrebbero essere bilanciati da inverni estremamente caldi in un’altra parte del mondo. In generale, il riscaldamento è maggiore sulla terraferma che sugli oceani perché l’acqua è più lenta ad assorbire e rilasciare calore (inerzia termica). Il riscaldamento può anche differire sostanzialmente all’interno di specifiche masse terrestri e bacini oceanici».

Da mappe e grafici pubblicati dalla NASA risulta che gli anni dal 1880 al 1939 sono stati più freddi, per poi stabilizzarsi negli anni ’50. I decenni del periodo di riferimento (1951-1980) non appaiono particolarmente caldi o freddi perché sono lo standard rispetto al quale vengono misurati gli altri anni. Invece «Il livellamento delle temperature a metà del XX secolo può essere spiegato dalla variabilità naturale e dagli effetti di raffreddamento degli aerosol generati da fabbriche, centrali elettriche e veicoli a motore negli anni di rapida crescita economica dopo la seconda guerra mondiale. Anche l’uso di combustibili fossili è aumentato dopo la guerra (5% all’anno), aumentando i gas serra. Il raffreddamento dall’inquinamento da aerosol è avvenuto rapidamente. Al contrario, i gas serra si accumulano lentamente, ma rimangono nell’atmosfera per un tempo molto più lungo».

Secondo l’ex direttore del GISS James Hansen, «La forte tendenza al riscaldamento degli ultimi quattro decenni riflette probabilmente un passaggio dagli effetti in q equilibrio degli aerosol e dei gas serra sull’atmosfera a una predominanza degli effetti dei gas serra dopo che gli aerosol sono stati frenati dai controlli dell’inquinamento».

La NASA risponde anche a una domanda che si fanno molti cittadini: «Perché dovremmo preoccuparci di uno o due gradi di riscaldamento globale? Dopotutto, dove viviamo le temperature oscillano di molti gradi ogni giorno». E risponde: «Le temperature che sperimentiamo localmente e in brevi periodi possono fluttuare in modo significativo a causa di eventi ciclici prevedibili (notte e giorno, estate e inverno) e modelli di vento e precipitazioni difficili da prevedere. Ma la temperatura globale dipende principalmente da quanta energia il pianeta riceve dal Sole e da quanta ne irradia nello spazio. L’energia proveniente dal Sole oscilla molto poco ogni anno, mentre la quantità di energia irradiata dalla Terra è strettamente legata alla composizione chimica dell’atmosfera, in particolare alla quantità di gas serra che intrappolano il calore. Un cambiamento globale di un grado è significativo perché ci vuole una grande quantità di calore per riscaldare di così tanto tutti gli oceani, l’atmosfera e le masse continentali. In passato, bastava un calo di uno o due gradi per far precipitare la Terra nella Piccola Era Glaciale. 20.000 anni fa, un calo di 5 gradi è stata sufficiente per seppellire gran parte del Nord America sotto un’imponente massa di ghiaccio».

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