Il “mega-iceberg” A68A si è fuso, rilasciando 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce nell’oceano
di Sabrina Del Fico
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Una nuova, drammatica notizia arriva in merito allo scioglimento dei ghiacciai in conseguenza del riscaldamento globale: il mega-iceberg A68A, ampio 5.719 km quadrati (il sesto più grande mai registrato) e staccatosi più di tre anni fa dalla piattaforma ghiacciata di Larsen-C, in Antartide, si è sciolto nel giro di tre mesi a cavallo fra il 2020 e il 2021, rilasciando nell’acqua degli oceani oltre 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce (equivalenti all’acqua contenuta in circa 61 milioni di piscine olimpioniche).
È quanto è emerso dall’osservazione effettuata dai ricercatori del Center for Polar Observation and Modeling (CPOM), che hanno utilizzato misurazioni satellitari per registrare i cambiamenti nelle dimensioni e nello spessore dell’iceberg durante il suo ciclo vitale. Ben cinque satelliti hanno contribuito al monitoraggio di A68A: le immagini raccolte da Sentinel-1, Sentinel-3 e MODIS sono servite a valutare la progressiva riduzione dell’area occupata, mentre l’altimetria fornita da CryoSat-2 e ICESat-2 ha fornito informazioni utili relative allo spessore.
Se da una parte il distaccamento dell’iceberg dalla piattaforma ghiacciata e il suo percorso alla deriva nell’Oceano Antartico avevano rappresentato una minaccia per gli abitanti delle regioni costiere del South Georgia, anche lo scioglimento dello stesso e il rilascio in mare di miliardi di tonnellate d’acqua in prossimità dell’isola potrebbero avere pesanti ricadute sull’habitat marino della regione.
La storia
Dopo il distacco dalla piattaforma avvenuto tre anni e mezzo fa, A68A è rimasto nelle fredde acque del Mare di Weddell (Antartide) dove, a causa delle temperature rigide dell’acqua, non si è sciolto molto. Solo dopo aver intrapreso il suo “viaggio” alla deriva verso nord, verso acque sempre più calde, l’iceberg ha preso a sciogliersi ad un ritmo sempre più veloce, assottigliandosi di ben 67 metri in poche settimane – raggiungendo velocemente i territori costieri del South Georgia.
Lì si è temuto per le popolazioni che vivono sulle coste, poiché la collisione dell’iceberg con la terraferma avrebbe potuto distruggere la fauna costiera o provocare onde anomale che avrebbero minato la sicurezza delle coste. Tuttavia, una volta raggiunte le acque poco profonde attorno al South Georgia, lo spessore dell’iceberg si era già ridotto a 140 metri – meno dei 150 che rappresentano la profondità del fondale marino nell’area.
Anche se si è scongiurato il rischio di collisione diretta con l’iceberg, questo non vuol dire che il pericolo sia passato: lo scioglimento veloce del ghiaccio ha immesso in mare migliaia di tonnellate di acqua dolce, a danno dell’ecosistema marino dell’area – piante e animali marini che vivono in prossimità delle coste potrebbero risentire molto del cambiamento improvviso nella salinità e nella composizione chimica dell’acqua, con conseguenze non del tutto prevedibili.