L’asteroide che avviò l’estinzione di massa del Cretaceo, innescò uno tsunami alto 1.500 metri (VIDEO)
Uno tsunami 2.600 volte più grande di quello devastante del 26 dicembre 2004 nell’Oceano Indiano
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Secondo lo studio “The Chicxulub Impact Produced a Powerful Global Tsunami”, presentato da un team di ricercatori statunitensi all’Agu 100 Fall Meeting tenutosi dal 10 al 14 dicembre 2021 a Washington, l’asteroide Chicxulub di circa 14 km di diametro il cui impatto sulla Terra, in un’area con acque poco profonde al largo della penisola dello Yucatan, dette il via all’estinzione di massa del Cretaceo/Paleogene (K/Pg), più di 65 milioni di anni fa, avrebbe «Provocato un enorme tsunami globale, un fenomeno mai visto nella storia moderna».
Lo studio, che deve essere ancora pubblicato su una rivista scientifica peer-reviewed, è una novità e una delle autrici, Molly Range, una paleoceanografa che quando è stata svolta la ricerca lavorava all’università del Michigan ha sottolineato che «Per quanto ne sappiamo, siamo i primi a modellare a livello globale lo tsunami dall’impatto alla fine della propagazione delle onde».
L’idea del progetto è nata quando Ted Moore e Brian Arbic, entrambi del Dipartimento di scienze della Terra e dell’ambiente dell’Università del Michigan, si sono resi conto che c’era un’evidente lacuna nel campo di ricerca su Chicxulub: nessuno aveva pubblicato una simulazione globale dello tsunami creato dall’asteroide.
Il team di ricercatori sottolinea che «L’impatto dello tsunami si è diffuso rapidamente dal Golfo del Messico nell’Atlantico e attraverso il mare centroamericano (che non esiste più, ndr) nel Pacifico entro le prime 24 ore. La riflessione e la rifrazione delle onde hanno creato uno schema di propagazione dello tsunami più complesso entro 48 ore dall’impatto. Le velocità del flusso hanno superato i 20 cm/s lungo le coste di tutto il mondo e potrebbero aver disturbato i sedimenti a più di 6.000 km dall’origine dell’impatto. Nelle aree oceaniche aperte nella regione di Tethyian, l’Atlantico meridionale, il Pacifico settentrionale e l’Oceano Indiano appaiono geograficamente protetti dalle alte velocità di flusso».
Lo studio fornisce anche una misura delle gigantesche dimensioni di questo evento che pose fine a un mondo e ne fece iniziare un altro dove poi avrebbero trovato posto anche gli esseri umani: «Rispetto allo tsunami del 26 dicembre 2004 nell’Oceano Indiano, uno dei più grandi tsunami mai registrati, lo tsunami da impatto è stato circa 2.600 volte più energico». La più grande onda mai registrata in epoca moderna è quella alta 23,8 metri che ha colpito un’are vicino alla Nuova Zelanda nel maggio 2018. La Frange aggiunge: «Abbiamo scoperto che questo tsunami si è spostato in tutto l’oceano, in ogni bacino oceanico. Nel Golfo del Messico, l’acqua si muoveva alla velocità di 89 mph (143 km/h)».
I modelli dimostrano che, pochi minuti dopo l’impatto di Chicxulub l’acqua ha iniziato a riempire il cratere aperto formato dall’impatto. Su Eos Arbic ricostruisce così l’evento: «C’è un ripido muro d’acqua che torna indietro. Questo rapido afflusso probabilmente ha innescato un’altra serie di onde. Sebbene gli effetti più forti dello tsunami siano stati avvertiti nel Golfo del Messico, le onde si sarebbero propagate a livello globale». L’altezza delle onde dello tsunami nei bacini del Pacifico e dell’Atlantico sarebbe stata di 14 metri. Quando queste onde si sono avvicinate alla terra e hanno rallentato sono probabilmente diventate ancora più grandi. Ma Arbic spiega ancora: «Poiché i modelli di ricerca non includevano la topografia dei continenti di 66 milioni di anni fa, non è stato possibile calcolare l’altezza effettiva delle onde».
I ricercatori scrivono nella presentazione dello studio: «Siamo fiduciosi che questi dati possano essere in grado di indicare se la propagazione e la magnitudo del modello di impatto dello tsunami sono coerenti con i vari sedimenti del Cretaceo superiore trovati in tutto il mondo. Questo modello suggerisce che l’impatto del bolide non solo ha avuto effetti importanti sull’atmosfera globale e sulla biosfera, ma ha anche creato uno tsunami di tale portata che il suo effetto si è fatto sentire in gran parte dell’oceano mondiale».
In uno studio separato (che deve ancora essere pubblicato), Moore ha esaminato i dati dei sedimenti oceanici di tutto il mondo e la Range anticipa che «Le sue scoperte concordano con il modello dello tsunami»
Naturalmente, il gigantesco tsunami gigante non è stato l’unico evento a sconvolgere il mondo dei dinosauri: l’asteroide ha anche innescato onde d’urto e inviato una grande quantità di roccia calda e polvere nell’atmosfera e ha provocato incendi boschivi e cotto letteralmente vivi gli animali. Dopo queste particelle hanno oscurato per anni l’atmosfera, uccidendo le piante superstiti e facendo morire di fame gli animali che le mangiavano.
Arbic conclude: «Questa modellazione fornisce uno sguardo su una parte catastrofica della storia della Terra che, per fortuna, non si è ripetuta. Ma simulazioni più avanzate, che incorporano, ad esempio, una maggiore risoluzione spaziale o stime della topografia terrestre in modo da poter stimare le ondate, migliorerebbero la nostra comprensione di questo tsunami. Ma una cosa è molto chiara: lo tsunami di Chicxulub era chiaramente una forza da non sottovalutare. Deve essere stato uno dei più grandi tsunami di sempre».