I tre forti terremoti del 4 marzo 2021 hanno messo alla prova la nuova rete dei DART dell’Oceano Pacifico
A cura di Fabrizio Romano con la collaborazione di Stefano Lorito, Lorenzo Cugliari e Alessandro Amato (CAT-INGV).
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Il 4 marzo 2021 sono stati registrati – nel giro di poche ore – tre forti terremoti nella zona di subduzione di Tonga-Kermadec, tra la Nuova Zelanda e l’Arcipelago delle isole Tonga, nell’Oceano Pacifico. Il primo terremoto, di magnitudo Mw7.3, è avvenuto alle 2:27 del mattino (ora locale) a largo di East Cape, Nuova Zelanda, seguito da un secondo terremoto di magnitudo Mw7.4 avvenuto alle 6:41 del mattino a largo di Raoul Island, la maggiore delle isole che compongono l’arcipelago delle Kermadec Islands. Alle 8:28 del mattino è stato registrato il sisma più forte della sequenza, magnitudo Mw8.1, localizzato circa 50 km a est dell’evento delle 06:41. I tre terremoti hanno generato onde di tsunami che, seppur interessando localmente le coste delle isole limitrofe e la Nuova Zelanda, non hanno causato vittime o danni evidenti alle strutture costiere.
I ricercatori del Centro Allerta Tsunami INGV, in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto neozelandese GNS e dell’Università di Napoli Federico II, hanno analizzato i segnali registrati da 7 mareografi e 5 sensori di pressione della nuova rete DART neozelandese (Deep-ocean Assessment and Reporting of Tsunamis, Fry et al., 2020), installata di recente per migliorare la capacità di rilevamento rapido degli tsunami nell’oceano Pacifico sud-occidentale.
Questa serie di eventi ha permesso di testare, per la prima volta, la nuova rete di sensori DART, la cui implementazione – per un totale di 12 – è previsto termini nel 2022.
Lo studio, guidato da Fabrizio Romano (INGV) e recentemente pubblicato dalla rivista scientifica Geophysical Research Letters (https://doi.org/10.1029/2021GL094449), presenta la ricostruzione della sorgente sismica ottenuta utilizzando i segnali registrati dalla rete DART e dai mareografi.
Lo studio ha evidenziato, inoltre, che questi strumenti (le boe DART), collocati in mare aperto e ad alte profondità, costituiscono un mezzo di misura efficace, precoce e diretta degli tsunami, permettendo di emanare allerte per maremoto molto più precise di quelle diramate a partire dalle sole misurazioni delle onde sismiche. La nuova rete DART, una volta ultimata, permetterà di incrementare notevolmente il tempo disponibile per l’evacuazione della popolazione, riducendo i tempi dell’allerta.
Lo studio, sintetizzato in questo articolo, è stato pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters: Tsunami Source of the 2021 MW 8.1 Raoul Island Earthquake From DART and Tide-Gauge Data Inversion, di F. Romano, A. R. Gusman, W. Power, A. Piatanesi, M. Volpe, A. Scala, S. Lorito.