Gli effetti collaterali delle radiazioni di Chernobyl continuano a stupire dopo 40 anni
Dal disastro nucleare della centrale di Chernobyl del 1986 ad oggi ci sono ancora tracce delle radiazioni ovunque
di Francesca Capozzi
www.greenme.it
Sono passati quasi 36 anni dall’esplosione di uno dei reattori nucleari della centrale di Chernobyl, al tempo parte della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina e dall’apocalisse che ne è derivata.
Le radiazioni rilasciate da quello che è il primo incidente nucleare di tutta la storia hanno colpito gran parte dell’Europa centrale, senza eccezione alcuna in quei territori e tutt’oggi gli studiosi continuano ad osservarne gli effetti su specie animali e vegetali.
I ricercatori della University of Stirling, guidati dal Dr. Stuart Auld, hanno recentemente riscontrato delle mutazioni genetiche nel DNA del Daphnia pulex, un piccolo crostaceo d’acqua dolce che popola la zona dei laghi attorno a Chernobyl che sarebbe sopravvissuto alla selezione naturale proprio per via delle radiazioni.
La difficoltà maggiore nell’analizzare le mutazioni negli animali è data dal fatto che queste incidono a tal punto sull’organismo che le specie in questione non vivono a lungo e per osservare gli effetti delle radiazioni ionizzanti sull’ambiente e sui suoi abitanti bisogna attendere generazioni. Ma ciò non vale per i crostacei del genere Daphnia, la cui presenza attuale ha permesso al team di ricercatori di studiare i fattori fondamentali dell’evoluzione e le variazioni genetiche in corso nella specie che hanno consentito ai crostacei di sopravvivere.