Nel 2021 sono aumentati i disastri climatici estremi
I 10 peggiori eventi con danni superiori a 1,5 miliardi di dollari. Nei Paesi poveri sempre più vittime
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Il nuovo rapporto “Counting the cost 2021 A year of climate breakdown”, pubblicato da Christian Aid mette in evidenza i 10 eventi climatici finanziariamente più devastanti del 2021: Uragano Ida (65 miliardi di dollari), Tempesta invernale in Texas ($23 miliardi); Alluvioni in Europa ($43 miliardi); Alluvioni nell’Henan – Cima ($17.6 miliardi); Alluvioni nella British Columbia – Canada ($7.5 miliardi); Ondata di caldo in Francia ($5.6 miliardi); Ciclone Yaas in India e Bangladesh ($3 miliardi); Alluvioni in Australia ($ 2,1 miliardi); Tifone In-fa in Cina, Filippine e Giappone ($2 miliardi); Ciclone Tauktae in India, Sri Lanka e Maldives ($1.5 miliardi). Il rapporto esamina anche altri 5eventi che, pur comportando un costo finanziario inferiore agli 1,5 miliardi di dollari, hanno avuto effetti umani devastanti: Siccità del fiume Paraná (Argentina, Paraguay, Brasile); Alluvioni in Sud Sudan; Crisi del Lago Ciad (Nigeria, Niger, Ciad, Camerun) Pacific Northwest heatwave (Usa, Canada) 15. Siccità in Africa Orientale (Kenya, Etiopia, Somalia).
I maggiori impatti impatti finanziari ci sono stati nei Paesi ricchi e in particolare negli Usa colpiti dall’uragano Ida ad agosto e in Europa dalla disastrose inondazioni di luglio, ma in molti Paesi poveri inondazioni e tempeste hanno causato spostamenti di massa di persone, molti morti e gravi sofferenze.
Anche se non tutti gli eventi meteorologici estremi sono causati dai cambiamenti climatici o sono collegabili al riscaldamento globale. Sempre più studi esplorano sempre più velocemente queste connessioni e, già all’inizio dell’anno. la famosa climatologa britannica Friederike Elly Luise Otto del Grantham Institute for Climate Change and the Environment dell’Imperial College di Londra aveva detto che ogni ondata di caldo che sta avvenendo el mondo «E’ resa più probabile e più intensa dai cambiamenti climatici indotti dall’uomo».
Per quanto riguarda tempeste e uragani, ci sono prove crescenti che il cambiamento climatico sta influenzando anche questi eventi. La prima parte del sixth assessment report pubblicata ad agosto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) si è detta fortemente fiduciosa che le prove dell’influenza antropica sugli uragani e i cicloni tropicali siano molto più evidenti: «La proporzione di cicloni tropicali intensi, il picco delle velocità medie del vento dei cicloni tropicali e la velocità di picco del vento dei cicloni tropicali più intensi aumenterà su scala globale con l’aumento del riscaldamento globale». Solo poche settimane dopo l’uscita del rapporto IPCC. L’uragano Ida ha colpito gli Stati Uniti causando 65 miliardi di dollari di danni e 95 morti, costringendo migliaia di persone in Louisiana a fuggire dalle loro case e scatenando alluvioni in diversi Stati e città Usa, compresa New York che ha emesso per la prima volta un allerta rossa per inondazioni improvvise.
Il secondo evento più costoso dal punto di vista finanziario è stata l’inondazione diffusa in Germania, Francia e altri paesi europei nel mese di luglio, dove al confine tra Germania, Belgio e Lussemburgo, Olanda e Francia sono morte 240 persone.
Lo studio avverte che la maggior parte degli eventi meteorologici nell’elenco si è verificata nei paesi sviluppat perché è più facile stimare le perdite finanziarie derivanti da indennizzi assicurativi e queste sono solitamente disponibili nei Paesi più ricchi, dove le persone possono permettersi di assicurare la propria casa e le proprie attività.
Secondo la compagnia di assicurativa Aon, «E’ probabile che il 2021 sia la quarta volta in cinque anni che le catastrofi naturali globali costano più di 100 miliardi di dollari».
Poi ci sono gli eventi climatici estremi nei Paesi poveri, dove è più difficile accertare l’impatto finanziario ma l’impatto sulle persone è tragico. Come nelle inondazioni in Sud Sudan – già devastato da guerra civile e siccità – che hanno provocato lo sfollamento di altre 800.000 persone, mentre 200.000 esseri umani hanno dovuto spostarsi per sfuggire al ciclone Tauktae che ha colpito l’India, lo Sri Lanka e le Maldive a maggio.
Una delle autrici del rapporto, Kat Kramer di Christian Aid sottolinea su BBC News che «Questo è un enorme impatto umano. Ovviamente, perdere la casa, i mezzi di sussistenza e tutto il resto, e non avere le risorse per ricostruire è incredibilmente difficile. Considerando che almeno se hai un’assicurazione, hai qualche meccanismo per ricostruire».
Il rapporto evidenzia la necessità di fare «Maggiori sforzi per ridurre le emissioni di anidride carbonica per ridurre gli impatti futuri legati alle condizioni meteorologiche» e invita la diplomazia climatica globale a stanziare i soldi per gli aiuti nei Paesi più poveri che subiscono enormi perdite economiche e che ne hanno più bisogno.
Ma proprio nella patria di Christian Aid la 26esima Conferenza delle parti Unfccc di Glasgow (COP26) è fallita sul finanziamento delle perdite e dei danni causati da eventi legati al clima: mentre i Paesi in via di sviluppo volevano contanti come risarcimento per le colpe storiche dei Paesi sviluppati che ricadono sulle spalle di chi non ha colpa, i Paesi ricchi hanno detto che bisogna ancora discutere sulla questione.
Nushrat Chowdhury, consigliere per la giustizia climatica di Christian Aid in Bangladesh, conclude: «Sebbene sia stato bello vedere il problema delle perdite e dei danni diventare un problema importante alla COP26, è stato amaramente deludente andarsene via senza un fondo istituito per aiutare effettivamente le persone che stanno soffrendo perdite permanenti a causa del cambiamento climatico. Dare vita a quel fondo deve essere una priorità globale nel 2022».