L’atmosfera di Plutone sta lentamente scomparendo
Due osservazioni effettuate a distanza di pochi anni l’una dall’altra indicano che l’atmosfera del pianeta nano sta svanendo. Parte dei gas che la compongono sta ricongelandosi sulla superficie mentre questo corpo celeste si allontana dal Sole
di Emiliano Ricci
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Sorvolato nel 2015 dalla sonda New Horizons della NASA, il pianeta nano Plutone aveva mostrato la presenza di una sottile atmosfera, composta da azoto, metano e monossido di carbonio, a una temperatura di circa 70 kelvin e una pressione media alla superficie pari a 1 pascal, circa 100.000 volte inferiore a quella terrestre. Ma lo studio dell’atmosfera di Plutone era iniziato già molti anni prima, sia con telescopi a terra sia dallo spazio, nonostante le difficoltà connesse alla distanza e alle dimensioni del pianeta nano.
Uno dei metodi che si è rivelato più efficace è quello delle occultazioni, che consiste nello studiare che cosa accade quando Plutone, lungo la sua orbita, transita davanti a una stella di sfondo. Proprio grazie all’analisi della curva di luce del transito del 15 agosto 2018, un gruppo di astronomi guidato da Eliot Young, del Southwest Research Institute a Boulder in Colorado, ha scoperto che l’atmosfera di Plutone sta scomparendo. Il risultato è stato presentato alla riunione annuale della Divisione di scienze planetarie dell’American Astronomical Society.
Secondo Young, la riduzione dell’atmosfera di Plutone si spiega con le variazioni di illuminazione del pianeta a seconda della posizione: al perielio si trova infatti a circa 30 UA dal Sole, mentre all’afelio arriva a quasi 50 UA (l’unità astronomica UA è pari alla distanza media Terra-Sole, circa 150 milioni di chilometri). Al perielio il calore fa sublimare i ghiacci superficiali, che rendono più densa l’atmosfera, per poi tornare a ghiacciarsi col raffreddamento.
L’ultimo passaggio al perielio in realtà si è verificato nel 1989, ma secondo lo studio gli effetti del raffreddamento si vedono ora per l’inerzia termica della crosta di Plutone, che ha continuato a rilasciare a lungo il calore accumulato. Ora però, esaurita l’energia immagazzinata, i gas atmosferici stanno tornando a condensarsi.