Gli incendi accelerano il collasso del permafrost nell’Artico

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Gli incendi accelerano il collasso del permafrost nell’Artico

Un solo incendio potrebbe accelerare la formazione del termocarsismo per diversi decenni
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Il cambiamento climatico è il principale motore del degrado del permafrost nell’Artico dell’Alaska, ma lo studio “Thermokarst acceleration in Arctic tundra driven by climate change and fire disturbance”, pubblicato recentemente su One Earth da un team di ricercatori delle università dell’Illinois – Urbana-Champaign e Alaska – Fairbanks rivela che «Gli incendi della tundra stanno accelerando quel declino, contribuendo in modo sproporzionato a un fenomeno noto come “termokarst”, il brusco crollo di permafrost ricco di ghiaccio a causa dello scongelamento».

Lo studio è il primo a calcolare il ruolo degli incendi boschivi sull’integrità del permafrost per così tanti decenni e i ricercatori ricordano che «Il permafrost artico è un vasto deposito di materiale vegetale e animale congelato, una riserva di carbonio che, se scongelata e degradata, potrebbe più che raddoppiare la quantità di carbonio nell’atmosfera».

La principale autrice dello studio, Yaping Chen (ex università dell’Illinois – Urbana-Champaign e ora al Virginia Institute of Marine Science), sottolinea che «Questo processo, poiché è molto imprevedibile, è poco compreso, on questo studio, stiamo migliorando la nostra comprensione dell’ecosistema del permafrost».

Per calcolare il tasso di formazione del termocarsismo in diverse regioni dell’Alaska artica, il team ha analizzato 70 anni di immagini aeree e satellitari e ha utilizzato anche modelli basati sull’apprendimento automatico per determinare i contributi dei cambiamenti climatici, dei disturbi causati dagli incendi e delle caratteristiche del territorio al declino osservato del permafrost.

La Chen spiega che «Abbiamo scoperto che dagli anni ’50 la formazione del termocarsismo ha accelerato del 60%. Sebbene il cambiamento climatico sia il principale motore dell’accelerazione del termokarst, gli incendi hanno svolto un ruolo sproporzionatamente grande in questo processo. In quel periodo di tempo, il fuoco ha bruciato solo il 3% del territorio artico, ma è stato responsabile di oltre il 10% della formazione del termocarsismo».

I ricercatori hanno scoperto qualcosa di controintuitivo: «Gli incendi ripetuti nelle stesse aree hanno continuato a danneggiare la tundra ma non hanno accelerato ulteriormente la formazione del termocarsismo» e  rivelato che «Un singolo incendio potrebbe accelerare la formazione del termocarsismo per diversi decenni».

Il capo del team di ricerca, Mark Lara, professore di biologia vegetale e di geografia e scienze dell’informazione geografica all’università dell’Illinois – Urbana-Champaign, conclude: «I modelli prevedono che, con il cambiamento climatico, il termocarsismo potrà solo aumentare. Oltre allo scongelamento del permafrost, il riscaldamento climatico asciuga la tundra, aumentandone l’infiammabilità. Ciò rende più probabile che i fulmini scatenino incendi, causando un ulteriore degrado del permafrost. Lo scongelamento e il collasso del permafrost portano anche ad altri cambiamenti del territorio. Ad esempio, quando il permafrost si degrada, i laghi situati nelle depressioni ghiacciate del permafrost possono svuotarsi, gradualmente o improvvisamente. La perdita del permafrost può aprire le porte del cambiamento ambientale».

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