Cormorano impiccato con una cartuccia nel becco lasciato di fronte all’ingresso dell’Oasi Wwf Lago Salso
Grave atto intimidatorio contro il Wwf e il Parco Nazionale del Gargano. Pazienza: gesto crudele indice di una disumanità senza scrupoli
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Dopo il ritrovamento, il 9 dicembre, della carcassa di un cormorano, impiccato e con una cartuccia da caccia in bocca, nei pressi dell’ingresso dell’Oasi Lago Salso, nel Parco Nazionale del Gargano, Il Wwf esprime sdegno e indignazione: «Un gesto violento e assolutamente inaccettabile, avvenuto tra l’altro di fronte la stazione dei Carabinieri Forestali dell’Oasi. Il Wwf provvederà a denunciare il gesto alla Procura della Repubblica, fornendo ogni elemento utile ad individuare i responsabili».
Secondo l’associazione ambientalista, «La matrice intimidatoria è chiara e presumibilmente si collega con la recente istituzione di un’oasi di protezione da parte della Regione Puglia, richiesta dal Wwf proprio per tutelare l’area contigua all’Oasi e che prevede, tra le altre misure, anche il divieto di caccia. Il bracconaggio e la caccia di frodo sono spesso collegati a fenomeni di criminalità più ampi che richiedono azioni di contrasto efficaci, come sta emergendo nell’ambito del progetto Life SWiPE di cui il Wwf è responsabile per l’Italia».
Per questo, il Panda chiede al presidente dell’Ente Parco Pasquale Pazienza e alla Regione Puglia di «Attivarsi per aumentare la vigilanza e il controllo sul territorio, ma anche di creare nuove oasi di protezione (Legge Regionale 59/2017), nonché di formalizzare le aree contigue al Parco Nazionale (ai sensi della L. 394/91), in modo da garantire una più intensa tutela della biodiversità».
Pazienza ha condannato duramente a nome dell’Ente Parco Nazionale del Gargano «Gli autori del brutale gesto ai danni di un esemplare di cormorano». E sulla pagina Facebook del Parco scrive che il ritrovamento del cormorano con una fune legata intorno al collo e una cartuccia da caccia nel becco è «Un gesto terribile che ci ha lasciati sgomenti e rispetto al quale faremo tutto il possibile, di concerto con il Comando Carabinieri Forestali sezione Parco e le altre autorità competenti, affinché non resti impunito. Un gesto crudele che è indice non solo di una disumanità senza scrupoli ma che con molta probabilità rappresenta un gesto intimidatorio ascrivibile alla posizione ferma che l’Ente Parco sta tenendo contro la caccia di frodo insieme ai Carabinieri Forestali».
Il Wwf sottolinea che «E’ fondamentale che il Parco ricostituisca un legame virtuoso con la società, a partire dalle scuole. La conoscenza, la formazione e l’educazione sono strumenti decisivi per rendere consapevoli i cittadini del loro ruolo di primi custodi dell’inestimabile patrimonio che la natura offre loro ma anche per creare i “cittadini del Parco” del domani. E’ inoltre importante che la Provincia di Foggia sblocchi l’iter necessario a rendere operative le guardie ecologiche volontarie (GEV) il cui contributo è fondamentale nel coadiuvare le forze dell’ordine nell’azione di vigilanza del territorio».
Concludendo, il Wwf rivolge un appello anche alle associazioni venatorie locali, chiedendo loro di «prendere pubblicamente le distanze da questi atti di barbarie».