Strani segnali dallo spazio in Antartide sono la prova di un universo parallelo?

0

Strani segnali dallo spazio in Antartide sono la prova di un universo parallelo?

Le strane rilevazioni al Polo Sud hanno finora sfidato ogni spiegazione scientificamente conosciuta, invitando a teorie oltre la fisica convenzionale.
Di Stephen Ornes
tratto da Astronomy.com

L’Università delle Hawaii, la scorsa primavera, in un rapporto del più grande telescopio di neutrini del mondo( una griglia tentacolare di rivelatori intessuti nel ghiaccio dell’Antartide) ha scatenato un tripudio di titoli iperbolici. Infatti, nel rapporto hanno ipotizzato la possibilità dell’esistenza di un anti-universo in cui, dal nostro punto di vista, il tempo scorrerebbe a ritroso e il Big Bang rappresenterebbe la fine, non un inizio. Anche se è troppo presto per iniziare a cercare i nostri doppelgänger dall’altra parte dell’invecchiamento inverso, i fisici stanno ancora cercando di decifrare strani segnali provenienti dallo spazio che, fino ad oggi, hanno sfidato ogni facile e logica spiegazione.

I segnali sono stati segnalati da una raccolta finanziata dalla NASA di antenne radio a tromba tenute in quota sopra l’Antartide da un pallone gigante. Il dispositivo, chiamato ANITA (Antarctic Impulsive Transient Antenna), capta i segnali radio prodotti quando particelle ad alta energia provenienti dallo spazio profondo, incontrano la nostra atmosfera. Alcune onde sfiorano la Terra prima di colpire ANITA, e altre rimbalzano sul ghiaccio.
 ANITA può dire la differenza. infatti durante il suo primo galleggiamento nel 2006 e di nuovo nel 2014, il dispositivo ha raccolto segnali anomali che assomigliavano a quelli che sfiorano la Terra, ma stranamente sembravano provenire dalla superficie.

“Ciò significa che hanno dovuto attraversare un enorme porzione della Terra”, afferma il fisico Stephanie Wissel di Penn State, che lavora all’esperimento ANITA

https://www.futurity.org/wp/wp-content/uploads/2014/12/anita_iii_2_11702.jpg

Al centro di questo mistero ci sono i neutrini: particelle spettrali ad alta energia che possono fluire in modo indenne attraverso quasi tutti i materiali, ma possono produrre gli impulsi radio rivelatori che ANITA cattura. Per indagare ulteriormente su questi segnali insoliti, i fisici si sono rivolti a IceCube, un telescopio per neutrini composto da lunghe stringhe di rivelatori, sepolte vicino al Polo Sud. Un neutrino che passa attraverso il ghiaccio può produrre altre particelle che emettono piccoli lampi di luce che i sensori di IceCube possono rilevare.

Gli scienziati hanno pensato che anche le anomalie di ANITA avrebbero dovuto produrre segnali in IceCube, e quei segnali dovrebbero rivelare la fonte delle particelle nello spazio profondo. Ma dopo otto anni di ricerche di dati, il mistero è rimasto: l’analisi esaustiva non ha trovato corrispondenze.

“Se il segnale ANITA fosse astrofisico, allora dovremmo essere in grado di rilevarlo in IceCube – e non l’abbiamo fatto”, afferma il fisico Justin Vandenbroucke dell’Università del Wisconsin-Madison, che lavora all’osservatorio dei neutrini.

Le nuove scoperte, pubblicate a marzo su The Astrophysical Journal, dimostrano che gli scienziati devono continuare a cercare spiegazioni meno ovvie. Alcuni hanno proposto che le anomalie derivino da onde radio che rimbalzano attraverso caverne o laghi sepolti nel ghiaccio. Altri teorici hanno proposto idee più esotiche, come ad esempio che le particelle pesanti e ad alta energia in linea con i dati di ANITA potrebbero descrivere un nuovo candidato per la materia oscura, la sostanza misteriosa che si ritiene costituisca l’85% della materia nell’universo ma non è mai stata rilevata. Altri ancora ipotizzano che le particelle si adatterebbero a un modello teorico esistente di un universo parallelo, uno che è simmetrico al nostro, ma popolato di antimateria e che corre all’indietro.

Wissel e i suoi colleghi stanno preparando un aggiornamento per rendere più sensibile ANITA che, sperano, ne troverà molti di più di questi strani segnali. Come sperimentatrice, dice di essere vincolata ai dati, ma apprezza le idee su dove hanno avuto origine i segnali. Nuove domande e test possono quindi confermare o confutare le teorie su queste particelle dello spazio profondo e su come è iniziato l’universo.

“Stiamo cercando di fare con i nostri dati esattamente ciò che vogliamo che tutti gli altri facciano”, afferma Wissel. “Vogliamo che ANITA spinga le osservazioni dei neutrini ad altissima energia in un nuovo regime di stufio. Pensiamo che ci sia una nuova fisica interessante tutta da scoprire”.

Share.

Leave A Reply