Risolto il mistero del segnale radio proveniente da Proxima Centauri

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Risolto il mistero del segnale radio proveniente da Proxima Centauri

Era un’interferenza prodotta da tecnologie terrestri
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Era di origine terrestre e non aliena, il misterioso segnale radio captato nel 2019 in direzione di Proxima Centauri dal Breakthrough Listen Project: a spegnere gli entusiasmi di chi immaginava gia’ un incontro con Et sono due studi pubblicati su Nature Astronomy.

Il segnale, rilevato il 29 aprile 2019 dal radiotelescopio Parkes in Australia, era stato chiamato Blc1 (Breakthrough Listen Candidate 1) perche’ aveva tutte le caratteristiche per essere considerato il primo, vero, candidato segnale extraterrestre captato dal Breakthrough Listen Project, un ambizioso programma privato finanziato con 100 milioni di dollari per cercare segni di tecnologie sviluppate da intelligenze aliene.

Il segnale Blc1, persistente per cinque ore nelle osservazioni e presente solo in direzione di Proxima Centauri, lasciava ben sperare, ma dal confronto con altri 60 segnali, locali e generati dall’uomo, si e’ capito che anche in questo caso ci si trovava di fronte a “un’interferenza radio prodotta dall’uomo e proveniente da qualche tecnologia sulla superficie della Terra”, spiega Sofia Sheikh, astronoma dell’Universita’ della California a Berkeley e co-autrice di entrambi gli studi.

I ricercatori non sono stati in grado di identificare la fonte specifica del segnale, ma e’ probabile che fosse dovuto al malfunzionamento di elementi elettronici (come gli oscillatori, circuiti comunemente usati in computer, telefoni e radio) posti a qualche centinaio di chilometri di distanza dal telescopio.

“Il significato di questo risultato e’ che la ricerca di civilta’ oltre il nostro Pianeta e’ ora un settore maturo e rigoroso di scienza sperimentale”, commenta Yuri Milner, fondatore delle Breakthrough Initiatives e del programma Breakthrough Listen. Grazie a questa esperienza, i ricercatori hanno potuto migliorare le loro tecniche per smascherare i segnali “falsi positivi” e hanno elaborato un decalogo che potra’ rivelarsi utile nelle osservazioni del telescopio Parkes ma anche per altri strumenti.

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