Le emissioni globali di CO2 sono già rimbalzate quasi ai livelli pre-Covid
Per raggiungere il net zero entro il 2050, dobbiamo ridurre le emissioni ogni anno di una quantità paragonabile a quella osservata durante il Covid
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Secondo lo studio “Global fossil carbon emissions rebound near pre-COVID-19 levels” appena pubblicato da un team di scienziati del Global Carbon Project, «Le emissioni globali di carbonio nel 2021 dovrebbero rimbalzare vicino ai livelli pre-Covid», Nel 20020 le emissioni di carbonio fossile sono diminuite del 5,4% a causa dei lockdowns per il Covid-19, ma il nuovo rapporto prevede «Un aumento del 4,9% quest’anno (dal 4,1% al 5,7%) a 36,4 miliardi di tonnellate».Il 16esimo rapporto annuale del Global Carbon Budget si basa su metodologie consolidate in modo completamente trasparente. L’edizione 2021 è pubblicata come preprint ed è in fase di open review su Earth System Science Data.
Il folto team di ricercatori evidenzia che «Le emissioni derivanti dall’uso di carbone e gas sono destinate a crescere più nel 2021 di quanto non siano diminuite nel 2020, ma le emissioni derivanti dall’uso di petrolio rimangono al di sotto dei livelli del 2019». Per quanto riguarda i principali responsabili delle emissioni, «Le emissioni del 2021 sembrano tornare ai trend pre-Covid di riduzione delle emissioni di CO2 per gli Stati Uniti e dell’Unione Europea e di aumento delle emissioni di CO2 per l’India. Per la Cina, la risposta alla pandemia di COVID-19 ha innescato un’ulteriore crescita delle emissioni di CO2, spinta dai settori dell’energia e dell’industria».
Il team di ricerca – che comprende l’Università di Exeter, l’Università dell’East Anglia (UEA), CICERO e la Stanford University – afferma che «Un ulteriore aumento delle emissioni nel 2022 non può essere escluso se il trasporto su strada e l’aviazione torneranno ai livelli pre-pandemia e l’uso del carbone sarà stabile».
Risultati preoccupanti che arrivano proprio mentre i leader mondiali si incontrano alla COP26 di Glasgow per affrontare la crisi climatica e cercare di concordare un piano d’azione per il futuro.
Pierre Friedlingstein , del Global Systems Institute di Exeter, che ha guidato lo studio, sottolinea che «Il rapido rimbalzo delle emissioni mentre le economie si riprendono dalla pandemia rafforza la necessità di un’azione globale immediata sui cambiamenti climatici. Il rimbalzo delle emissioni globali di CO2 fossile nel 2021 riflette un ritorno all’economia pre-Covid basata sui fossili. Gli investimenti nell’economia verde nei piani di ripresa post-Covid di alcuni Paesi sono stati finora insufficienti, da soli, a evitare un sostanziale ritorno vicino alle emissioni pre-Covid».
Corinne Le Quéré, Royal Society Research Professor alla School of Environmental Sciences dell’UEA, che ha contribuito all’analisi di resso la Scuola di scienze ambientali dell’UEA, ha contribuito all’analisi del Global Carbon Project, aggiunge che «Ci vorrà un po’ di tempo per vedere l’effetto completo dei lockdowns legati al Covid sulle emissioni globali di CO2. Da quando è stato adottato l’Accordo di Parigi nel 2015, sono stati compiuti molti progressi nella decarbonizzazione dell’energia globale, inoltre le energie rinnovabili sono l’unica fonte di energia che ha continuato a crescere durante la pandemia. Ora, nuovi investimenti e una forte politica climatica devono supportare l’economia verde in modo molto più sistematico e spingere i combustibili fossili fuori dall’equazione».
Ecco i risultati del rapporto sui principali emettitori di gas serra (i dati escludono il trasporto internazionale, in particolare l’aviazione):
Cina: le emissioni dovrebbero aumentare del 4% rispetto al 2020, raggiungendo il 5,5% al di sopra 2019, per un totale di 11,1 miliardi di tonnellate di CO2 , il 31% delle emissioni globali.
Usa: si prevede che le emissioni aumenteranno del 7,6% rispetto al 2020, raggiungendo il 3,7% rispetto al 2019, per un totale di 5,1 miliardi di tonnellate di CO2, il 14% delle emissioni globali.
Ue-27: le emissioni dovrebbero salire del 7,6% rispetto al 2020, raggiungendo il 4,2% al di sotto 2019, per un totale di 2,8 miliardi di tonnellate di CO2, il 7% delle emissioni globali.
India: le emissioni dovrebbero salire del 12,6% rispetto al 2020, raggiungendo il 4,4% al di sopra 2019, per un totale di 2,7 miliardi di tonnellate di CO2, il 7% delle emissioni globali.
Il rapporto evidenzia che, per il resto del mondo considerato nel suo insieme, le emissioni di CO22 fossile rimangono al di sotto dei livelli del 2019 e che «Nell’ultimo decennio, le emissioni nette globali di CO2 dovute al cambiamento dell’uso del suolo sono state di 4,1 miliardi di tonnellate, con 14,1 miliardi di tonnellate di CO2 emesse dalla deforestazione e altri cambiamenti nell’uso del suolo e 9,9 miliardi di tonnellate di CO2 rimosse dalla ricrescita delle foreste e dal recupero del suolo . Le rimozioni da parte di foreste e suoli sono cresciute negli ultimi due decenni, mentre le emissioni dovute alla deforestazione e ad altri cambiamenti nell’uso del suolo sono rimaste relativamente stabili, suggerendo un recente calo delle emissioni nette dovute al cambiamento dell’uso del suolo, sebbene con una grande incertezza annessa».
Mettendo insieme le emissioni di CO2 da fonti fossili e il cambiamento netto dell’uso del suolo, le emissioni totali sono rimaste relativamente costanti nell’ultimo decennio, con una media di 39,7 miliardi di tonnellate di CO2 . Sulla base di questi risultati il Global Carbon Project prevede che «La concentrazione atmosferica di CO2 aumenterà di 2,0 parti per milione (ppm) nel 2021 per raggiungere una media di 415 ppm nel corso dell’anno, una crescita inferiore rispetto agli ultimi anni a causa delle condizioni di La Niña nel 2021».
I ricercatori stimano che «Per avere una probabilità del 50% di limitare il riscaldamento globale a 1,5° C, 1,7° C e 2° C, il restante “carbon budget” si sia ora ridotto rispettivamente a 420 miliardi di tonnellate, 770 miliardi di tonnellate e 1.270 miliardi di tonnellate, equivalente a 11, 20 e 32 anni ai livelli di emissioni del 2021».
Friedlingstein. Conclude: «Raggiungere emissioni net zero di CO2 entro il 2050 significa ridurre le emissioni globali di CO2 di circa 1,4 miliardi di tonnellate in media ogni anno. Le emissioni sono diminuite di 1,9 miliardi di tonnellate nel 2020, quindi, per raggiungere il net zero entro il 2050, dobbiamo ridurre le emissioni ogni anno di una quantità paragonabile a quella osservata durante il Covid. Questo mette in evidenza la portata dell’azione che è richiesta ora, e quindi l’importanza delle discussioni della COP26».