Entro il 2030, metà della popolazione mondiale sarà esposta a inondazioni, forti tempeste e tsunami (VIDEO)
Guterres: progressi dopo lo tsunami del 2004, ma i rischi rimangono immensi
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Quest’anno il tema del World Tsunami Awareness Day è il rafforzamento della cooperazione internazionale per i Paesi in via di sviluppo che sono al centro delle terribili previsioni fatte dall’Onu che stima che «Entro il 2030, il 50% della popolazione mondiale vivrà in aree costiere esposte a inondazioni, tempeste e tsunami». Anche la rapida urbanizzazione e il crescente turismo nelle regioni soggette a tsunami stanno mettendo ancora più persone in pericolo.
Gli tsunami sono eventi rari ma possono essere estremamente mortali. Negli ultimi 100 anni, 58 tsunami hanno causato più di 260.000 vittime, in media di 4.600 per disastro, più di qualsiasi altro pericolo naturale. Il maggior numero di morti si è verificato nello tsunami nell’Oceano Indiano del dicembre 2004, che ha causato circa 227.000 vittime in 14 Paesi colpendo particolarmente Sri Lanka, India e Thailandia.
Appena tre settimane dopo quell’immane disastro, la comunità internazionale si rtrivò a Kobe, in Giappone,per adottare lo Hyogo Framework for Action, il primo accordo globale decennale sulla riduzione del rischio di catastrofi. Venne creato anche l’Indian Ocean Tsunami Warning and Mitigation System, che utilizza stazioni sismografiche e di monitoraggio del livello del mare per inviare avvisi ai centri nazionali di informazione sullo tsunami.
Dopo la scadenza dello Hyogo Framework for Action, nel 2014, il mondo ha adottato il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 che delinea 7 chiari obiettivi e 4 priorità per prevenire e ridurre i rischi di catastrofi.
Nel suo messaggio per il World Tsunami Awareness Day, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha invitato «I Paesi, gli organismi internazionali e la società civile ad aumentare la comprensione della minaccia e a condividere approcci innovativi per ridurre i rischi. Possiamo costruire sui progressi raggiunti, che vanno da una migliore sensibilizzazione alle comunità esposte allo tsunami in tutto il mondo, all’inclusione di uno Tsunami Programme nell’United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development».
Ma Guterres ha ricordato che «Tuttavia, i rischi rimangono immensi. L’innalzamento del livello del mare causato dall’emergenza climatica aggraverà ulteriormente la forza distruttiva degli tsunami. Dobbiamo limitare il riscaldamento a 1,5 gradi rispetto alle medie preindustriali e investire su larga scala nella resilienza delle comunità costiere. La scienza e la cooperazione internazionale, così come la preparazione e l’azione tempestiva, devono essere al centro dei nostri sforzi per salvare vite umane dagli tsunami e da altri pericoli. E’ fondamentale aumentare il sostegno ai Paesi in via di sviluppo e migliorare l’individuazione e l’allerta precoce. Di fronte a crisi globali sempre più complesse, dobbiamo essere preparati meglio. Lavoriamo per ridurre il rischio di tsunami, realizzare il Sendai Framework e costruire insieme la resilienza contro tutti i disastri».
Nel 2021, il World Tsunami Awareness Day sta promuovendo la “Sendai Seven Campaign” che punta soprattutto a migliorare la cooperazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo.
Mami Mizutori, rappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu per la riduzione del rischio di catastrofi ha annunciato un importante sviluppo: «L’UN Decade of Ocean Science for Sustainable Development ha il potenziale per colmare i gap di capacità per accelerare il rilevamento e l’allerta per gli tsunami anche dal momento in cui si formano. Questo può solo migliorare ulteriormente la preparazione delle comunità costiere agli tsunami attraverso lo Tsunami Ready Programme dell’Unesco-IOC, la Intergovernmental Oceanographic Commission dell’Unesco. L’Assemblea Unesco-IOC degli Stati membri delle Nazioni Unite ha approvato l’istituzione dell’Ocean Decade Tsunami Program e un comitato scientifico per redigere un piano decennale di ricerca, sviluppo e attuazione per questo programma. Questo sarà pienamente supportato dall’United Nations Office for Disaster Risk Reduction, dalle agenzie Onu, dalle agenzie di protezione civile e da altri. In un importante impulso alla cooperazione internazionale ai Paesi in via di sviluppo e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo, lo Tsunami Pogramme contribuirà al successo di Safe Ocean dell’Ocean Decade, rendendo tutte le comunità a rischio tsunami,preparate e resilienti entro il 2030. L’ampliamento del programma Tsunami Ready è la testimonianza di quello che una cooperazione internazionale mirata può offrire e darà un contributo significativo alla riduzione dei rischi e al salvataggio di vite umane. Solo insieme possiamo farcela».