Clima e agricoltura nel Mediterraneo: cala l’acqua disponibile mentre cresce il fabbisogno
«Le condizioni climatiche previste per i prossimi decenni minacciano la disponibilità d’acqua nel bacino del Mediterraneo e, di conseguenza, i suoi sistemi agricoli»
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In Italia l’agricoltura è il settore che si contraddistingue per essere il maggiore utilizzatore di acqua, dato che più del 50% del volume complessivamente utilizzato nel nostro Paese è destinato all’irrigazione, ma la crisi climatica in corso impone una profonda sterzata: al momento siamo ancora in tempo per governarla, ma se non verrà messa in campo una strategia dedicata sarà il clima a imporre il cambiamento.
Lo studio A modelling platform for climate change impact on local and regional crop water requirements, appena pubblicato un team internazionale di scienziati guidati dalla Fondazione Cmcc (il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici), mostra infatti che «le condizioni climatiche previste per i prossimi decenni minacciano la disponibilità d’acqua nel bacino del Mediterraneo e, di conseguenza, i suoi sistemi agricoli, che dipendono fortemente dall’irrigazione».
Più nel dettaglio, come spiegano dal Cmcc, lo studio condizioni climatiche attese per il futuro, con lo scopo di fornire indicazioni per un’agricoltura di precisione su scala locale e – combinando i big data con le proiezioni climatiche a disposizione – contribuire alla comprensione delle azioni necessarie anche ad una scala più ampia, per lo sviluppo di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici sempre più efficaci.
La ricerca evidenzia che nei paesi mediterranei, con il clima previsto per trentennio 2035-2065, la produzione di mais, grano e uva richiederà rispettivamente in media il 13%, il 16% e il 10% in più di acqua sotto gli scenari climatici RCP 8.5 e RCP 4.5 (dove RCP 8.5 indica uno scenario ad alte emissioni di gas serra e RCP 4.5 uno scenario intermedio che prevede l’adozione di alcune efficaci politiche di controllo e riduzione delle emissioni).
Allo stesso tempo, la crescente siccità comporterà un generale declino della resa, specialmente per le colture di base come il mais e il grano.
«Per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, le politiche e le strategie dovrebbero essere sviluppate valutando le interconnessioni, le sinergie e i trade-off tra i vari settori. Questo approccio integrato può supportare i responsabili politici dei diversi settori nel prendere decisioni sull’ambiente, la sicurezza delle risorse e l’economia e sviluppare piani e strategie mirati alla gestione integrata sostenibile delle risorse», conclude Sara Masia, ricercatrice del Cmcc e prima autorice dello studio.