L’Homo sapiens fu accolto dal gelo al suo arrivo in Europa
Le analisi effettuate su denti animali provenienti dalla Bulgaria e risalenti a circa 45.000 anni fa indicano che la situazione climatica dell’Europa nel periodo in cui vi giunsero o nostri antenati fosse decisamente rigida, contrariamente a quanto finora pensato
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Quando i primi esseri umani anatomicamente moderni raggiunsero il continente europeo circa 45.000 anni fa, era molto più freddo di quanto ipotizzato in precedenza. Pare che vi fossero condizioni quasi subartiche, scrivono su “Science Advances” Sarah Pederzani del Max-Planck-Institut per l’antropologia evoluzionista a Lipsia e i suoi colleghi.
I modelli climatici avevano finora suggerito che Homo sapiens si fosse diretto a nord dall’Africa verso l’Europa e l’Asia nelle fasi più calde. Le analisi isotopiche dei denti di animali della grotta bulgara di Bacho-Kiro suggeriscono ora il contrario. Suggeriscono infatti che le temperature fossero in media circa 14 °C più basse di oggi.
Nel 2020 gli scienziati del Max-Planck-Institut avevano identificato i più antichi resti conosciuti di H. sapiens in Europa nella grotta di Bacho Kiro. Ora hanno analizzato i denti di animali della grotta che risalgono a un periodo compreso tra 61.000 e 43.000 anni fa. Alcuni degli animali erano stati catturati e macellati dall’uomo. I resti esaminati provengono da cavalli e uro [Bos taurus primigenius,una specie di bovino ora estinto, NdR], ma altre ossa della grotta provengono anche da specie che erano principalmente native delle regioni più fredde, come il mammut lanoso.
Per ricostruire le condizioni climatiche dell’epoca, Pederzani ha determinato gli isotopi di stronzio e di ossigeno che si erano depositati nello smalto dei denti durante la crescita degli animali. La firma isotopica fornisce anche informazioni sul luogo in cui è cresciuto un essere vivente e i valori di stronzio dei denti degli animali non hanno mostrato quasi nessuna fluttuazione: apparentemente gli animali selvatici non avevano migrato su lunghe distanze.
I risultati per gli isotopi dell’ossigeno erano diversi: Pederzani e i suoi colleghi hanno dedotto le gamme di temperatura presenti in quel periodo, che erano paragonabili alle condizioni scandinave. Secondo i ricercatori, le persone del tardo Paleolitico erano quindi molto più flessibili e si adattavano a temperature anche rigide più facilmente di quanto si pensasse.
Il fatto che H. sapiens potesse affrontare condizioni climatiche molto fredde suggerisce anche che si siano stabiliti nelle Americhe più di 15.000-20.000 anni fa, e forse anche prima. A quel tempo, i cacciatori-raccoglitori erano passati dalla Siberia orientale al continente americano attraverso la Beringia.