Dalle alghe delle Galapagos il clima del passato
Gli scienziati hanno ricostruito 2000 anni di temperature e piogge grazie ai reperti raccolti nell’Arcipelago
di Col Mario Giuliacci
www.meteogiuliacci.it
Uno studio condotto di recente da un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington e pubblicato nel 2016 sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciencesha svelato quasi due millenni di clima nel bel mezzo del più grande oceano del Pianeta, consentendo probabilmente di spiegare anche alcuni dei meccanismi che negli ultimi secoli hanno scatenato severi periodi di siccità in diverse regioni dei Tropici. Ma cosa hanno scoperto in particolare gli studiosi?
I segreti raccontati da alghe e mangrovie
Gli scienziati americani hanno analizzato i reperti raccolti sui fondali di alcuni laghetti delle Galapagos e in questo modo sono riusciti a ricostruire l’andamento delle piogge nel settore orientale del Pacifico Equatoriale nel corso degli ultimi 2000 anni! Durante il loro studio i ricercatori hanno raccolto e selezionato i sedimenti fossili di un’alga microscopica e di una particolare specie di mangrovia dai fondali di tre laghetti situati sull’Isola Isabela, la più grande dell’Arcipelago delle Galapagos. Poiché le piogge più intense contengono una maggior quantità di isotopi “leggeri” dell’idrogeno, dall’analisi delle concentrazioni dei diversi atomi di idrogeno rimasti intrappolati nei reperti fossili i ricercatori hanno infatti ricostruito con grande precisione la piovosità della regione nel corso degli ultimi 2000 anni. Il fatto che l’isola sia posizionata a cavallo dell’Equatore e praticamente priva di rilievi, che solitamente esaltano l’intensità delle precipitazioni, ha permesso poi di estendere con buona approssimazione i risultati a tutto il Pacifico Tropicale Orientale e di estrapolare quindi indicazioni sul clima a livello globale.
Da periodi freddi e siccitosi a fasi miti e piovose
E’ così emerso che nel Pacifico Equatoriale Orientale le piogge sono cadute decisamente abbondanti soprattutto nei primi quattro secoli dopo Cristo e ancora nel corso del Periodo Caldo Medioevale, tra il IX e il XIII secolo, mentre la regione è risultata insolitamente asciutta tra il XV secolo e la prima metà del 1800, ovvero in corrispondenza alla Piccola Era Glaciale, una fase caratterizzata da clima eccezionalmente freddo, con l’avanzata dei ghiacciai in tutti i continenti. I ricercatori hanno così dedotto che le temperature medie planetarie influenzino la posizione della ITCZ (Inter Tropical Convergence Zone), cioè quella regione in cui, attraverso tutto il Globo, si scontrano gli alisei provenienti dai due Emisferi e si formano quindi imponenti nubi temporalesche e abbondanti piogge: durante le fasi climatiche più fredde infatti la ITCZ abbandonerebbe la sua normale posizione per scivolare verso sud, causando così prolungati periodi di siccità in regioni dei Tropici solitamente molto piovose