I fulmini rallentano il riscaldamento globale?
Esistono vari tipi di fulmini e la loro pericolosità può variare di molto, specie se si pensa che alcuni sono capaci di colpire anche laddove il tempo è bello
di Team MeteoGiuliacci
A causa del cambiamento climatico, con il rapido aumento delle temperature medie planetarie, i temporali stanno diventando mediamente più intensi, perché possono sfruttare una maggior quantità di calore presente nell’atmosfera. E chiaramente, temporali più intensi hanno come conseguenza anche nubifragi più frequenti e fulmini più numerosi. Uno studio (“Extreme oxidant amounts produced by lightning in storm clouds”), appena pubblicato sulla rivista scientifica Science, suggerisce però che tutto ciò potrebbe rappresentare un vantaggio per il clima, grazie a una sorta di effetto di compensazione.
Gli studiosi infatti hanno scoperto che i fulmini, e più in generale tutte le cariche elettriche generate all’interno delle nubi temporalesche, sono in grado di produrre grosse quantità di particolari sostanze, come idrossile (OH) e idroperossile (HO2), dalle grandi capacità ossidanti. Perché è così importante che i fulmini siano in grado di produrre tali sostanze? è presto detto: l’idroperossile e l’idrossile sono sostanze altamente reattive, che si comportano come veri e propri “detergenti naturali”, capaci di rimuovere dall’atmosfera numerose sostanze inquinanti. In particolare l’idrossile, noto anche come “detergente dell’atmosfera”, è in grado di ossidare e spazzare via la maggior parte delle sostanze chimiche che si possono trovare in atmosfera. Grazie a questa particolare proprietà, idrossile e idroperossile contrastano la presenza dei gas serra nell’aria, e quando la loro concentrazione aumenta, cresce anche la quantità di anidride carbonica, metano e altri gas clima-alteranti rimossi dall’atmosfera.
Il ruolo fondamentale dei temporali a incudine
I dati che hanno permesso ai ricercatori di individuare il ruolo fondamentale dei fulmini nel produrre le sostanze ossidanti sono stati raccolti già nel 2012, grazie ad alcune missioni di ricerca condotte, con velivoli specificatamente attrezzati, direttamente nel cuore di imponenti nubi temporalesche nei cieli di Colorado, Oklahoma e Texas. Tuttavia, i dati risultavano così sorprendenti e inattesi, che inizialmente gli scienziati hanno pensato a un errore, ritenendo altamente improbabile che i fulmini potessero causare un aumento delle concentrazioni di idrossile e idroperossile così marcate e improvvise: i dati infatti mostravano, dopo ogni lampo, improvvisi incrementi di queste sostante dell’ordine di migliaia di parti per trilione.
Le conclusioni
Solo di recente, grazie anche a ulteriori campagne di misura condotte simultaneamente in atmosfera e al suolo, gli studiosi si sono convinti della bontà dei dati raccolti. Analizzando attentamente tutti i dati gli studiosi si sono anche convinti del ruolo importantissimo svolto dai temporali a incudine, cioè nubi temporalesche particolarmente imponenti, e quindi intense, dalla caratteristica forma a incudine: queste nubi temporalesche sembrano infatti in grado di produrre le quantità più elevate di sostanze ossidanti e, secondo le stime dei ricercatori, potrebbero essere responsabili di una buona dose (fino al 16%) dell’idrossido presente sulla Terra!