Un super laser per controllare e deviare i fulmini. Il progetto sulle Alpi

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Un super laser per controllare e deviare i fulmini. Il progetto sulle Alpi

«Sparando mille impulsi laser al secondo nelle nuvole, possiamo scaricare in sicurezza i fulmini e rendere il mondo un po’ più sicuro»
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Il monte Säntis, sulle Alpi svizzere, è uno dei punti caldi dei fulmini in Europa: qui ne cadono circa 100 ogni anno, per lo più concentrati durante il picco dell’attività temporalesca tra maggio e agosto. Un luogo scelto non a caso per testare il super laser del progetto europeo Llr (Laser lightning rod), con i primi risultati attesi per la fine dell’estate.

Lo scopo, come spiega il bollettino scientifico dell’Ue Cordis, è utilizzare il sistema laser per guidare la caduta dei fulmini dalle nubi temporalesche in luoghi dove non causeranno danni, un problema tutt’altro che banale.

A quasi 270 anni da quando Benjamin Franklin inventò il parafulmine, la protezione contro i fulmini si basa ancora sullo stesso concetto, ma i parafulmini tradizionali – che attirano i fulmini per condurre la scarica elettrica a terra – sono strumenti tutt’altro che perfetti. Non possono essere installati ovunque, proteggono solo dai danni diretti ma spesso ne possono causare indirettamente di gravi, dalle interferenze elettromagnetiche ai picchi di tensione in dispositivi e apparecchiature.

«I danni che provoca ammontano a miliardi di euro ogni anno – sottolineano da Cordis – A causa dei cambiamenti climatici e del conseguente aumento della frequenza e della gravità dei temporali, i danni da fulmine probabilmente aumenteranno in futuro. Il reindirizzamento dei fulmini mediante l’utilizzo dei laser aiuterebbe quindi a proteggere siti vulnerabili come aeroporti, foreste, grattacieli e centrali chimiche e nucleari».

Per testare una soluzione avanzata al problema, il maxi impianto laser da 5 tonnellate e lungo 9 metri installato sul monte Säntis emetterà 1000 impulsi laser ultracorti al secondo nell’atmosfera, generando così un lungo canale ionizzato verso le nuvole chiamato “filamento laser”, che fungerà da percorso preferenziale per il fulmine, deviandone il corso da siti vulnerabili.

«Sparando mille impulsi laser al secondo nelle nuvole, possiamo scaricare in sicurezza i fulmini e rendere il mondo un po’ più sicuro», dichiara l’ingegnere Clemens Herkommer. Una speranza che presto sarà verificata dalla prova dei fatti.

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