Roghi devastanti in Algeria: 65 morti in 103 incendi boschivi
Molte vittime tra i militari. Colpita soprattutto la Cabila. Sotto accusa il governo che non ha mai acquistato Canadair
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In Algeria, dopo la morte di 65 persone – tra le quali 28 militari e 12 sono ricoverati in condizioni gravi– nei giganteschi incendi che hanno devastato alcune wilaya (province) del Paese, il presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune, ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, «Con sospensione temporanea delle attività di governo e locali, ad eccezione delle azioni di solidarietà».
A partire dal 9 agosto e fino a ieri, in Algeria erano scoppiati circa 103 incendi alimentati dal caldo estremo che colpisce il Maghreb, ma è la Cabilia a pagare il prezzo più alto di una tragedia umana e ambientale. La maggior parte delle vittime è stata registrata a Tizi-Ouzou. «La situazione lì è estremamente difficile – ha detto a Radio France International un volontario che preferisce rimanere anonimo – Ci sono molti feriti negli ospedali della wilaya di Tizi Ouzou, Quello che più manca sono i medicinali. Anche qui a Tizi Ouzou, che è una delle più grandi città dell’Algeria, siamo terribilmente carenti. Sono andato in ospedale, non ho vissuto la guerra d’Algeria, ma mi tornano in mente immagini di film e vi posso assicurare che è come un ospedale di guerra. I soldati sono a terra, bruciati, accecati, amputati…. Francamente è terribile, terribile, terribile».
La popolazione algerina si sta mobilitando per aiutare con acqua, cibo, vestiti e biancheria per aiutare le numerose famiglie colpite che a migliaia hanno dovuto abbandonare le proprie case. Ma, mentre i camion si riempiono di donazioni spontanee, sempre più persone deplorano l’assenza dello Stato.
Ieri, in una dichiarazione all’Agence de presse algérienne (APS), il primo ministro Aïmene Benabderrahmane ha annunciato che il presidente Tebboune «Ha ordinato la mobilitazione di tutte le risorse umane e materiali per l’estinzione di questi incendi» e ha annunciato la requisizione di tutti gli alberghi, compresi quelli del settore privato, nonché delle residenze universitarie per l’accoglienza delle vittime del disastro. Benabderrahmane ha sottolineato che «Questi incendi possono essere solo di origine criminale. I primi indizi raccolti dagli inquirenti vanno in questa direzione». Il ministro dell’interno, delle Collettività locali e della gestione territoriale, Kamel Beldjoud, ha parlato di «Mani nutrite di odio che vogliono nuocere all’Algeria».
Anche l’Armée nationale populaire (APN), che sta pagando un pesante tributo in soldati morti e feriti, parla di incendi dolosi nella prima regione militare, in particolare nella wilaya di Tizi Ouzou, e nella quinta regione militare, in particolare a Béjaïa. Nella notte tra il 10 e l’11 agosto sono stati arrestati due presunti incendiari.
Intanto, uomini della Protection civile e dell’APN stanno cercando di contenere gli incendi scoppiati in 17 wilaya del Paese. Ieri, il direttore generale delle foreste dell’Algeria, Ali Mahmoudi, ha detto all’APS che 86 incendi boschivi erano ancora fuori controllo e che 30 di questi erano grossi incendi nella wilaya di Tizi-Ouzou. INvcedi risultano ancora in corso anche a Jijel (16 fuochi), Bejaïa (8 fuochi) El Tarf (6), Skikda (4), Annaba (4), Blida (4), Guelma (3), Sétif (2), Médéa (2), Algeri (1), Batna (1), Bouira (1), Chlef (1), Khenchela (1) Oum El Bouaghi (1) e Tébessa (1). Anche Mahmoudi non ha escluso l’origine dolosa, evidenziando che «L’aumento delle temperature non potrebbe essere l’unica causa di questi incendi boschivi».
Secondo Al Watan, il più letto giornale algerino «E’ l’apocalisse». E, riportando testimonianze dal fronte degli incendi, aggiunge: «La situazione è davvero indescrivibile e i danni provocati da questi devastanti incendi sono enormi. È una deflagrazione».
Secondo Brahim Bouchareb, ricercatore in selvicoltura, botanica, ecologia e ambiente, specializzato in steppa e desertificazione, ed ex direttore generale del Jardin d’essai du Hamma, «Questi incendi devastanti sono, i segnali precursori di ulteriori periodi che saranno sempre più difficili .da gestire e che rischiano di pesare fortemente sulla ricchezza forestale mondiale e in particolare nelle regioni mediterranee. Inoltre, ciò che sta accadendo oggi in Grecia e in California è solo l’illustrazione perfetta che gli incendi saranno più pericolosi, più potenti e più devastanti, con l’attuale contesto di cambiamento climatico. In California, ad esempio, oggi assistiamo a un incendio che è iniziato 29 giorni fa e che non è ancora sotto controllo, anzi, si sta diffondendo contro ogni aspettativa e il bilancio inizia a diventare pesantissimo, perdite di vite umane e foreste e terreni agricoli».
Sui social network gli algerini danno libero sfogo alla loro tristezza, alla loro costernazione e soprattutto alla loro rabbia. Infatti, ogni estate scoppiano grossi incendi che devastano le foreste del Paese e ogni estate la gente chiede al governo algerino di acquistare i Canadair che le autorità continuano a promettere per la prossima stagione secca, senza poi farloo. Come ricorda Jeune Afrique, «Nel 2012, Lakhdar el-Habiri, direttore della Protezione Civile tra il 2001 e il 2018, dichiarò al quotidiano Liberté che il suo dipartimento non aveva intenzione di acquisire Canadair, non essendo quest’ultimi efficaci come si pensa».
E quello che oggi gli algerini hanno di fronte è un’apocalisse di fuoco che, complici il malgoverno e il riscaldamento globale, sta divorando foreste insostituibili, biodiversità, ricchezza, speranze e vite umane