Nuove lune in formazione nell’Universo: osservato per la prima volta un disco circumplanetario

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Nuove lune in formazione nell’Universo: osservato per la prima volta un disco circumplanetario

di Roberta De Carolis
www.greenme.it

Stanno nascendo nuove lune nell’Universo: per la prima volta nella storia un gruppo di astronomi ha osservato un disco circumplanetario dal quale potrebbero generarsi dei satelliti naturali. L’incredibile osservazione è avvenuta tramite l’Atacama Large Millimetre/submillimeter Array (ALMA).

Il disco osservato circonda in particolare l’esopianeta PDS 70c, uno dei due pianeti giganti, simili a Giove, in orbita attorno a una stella a circa 400 anni luce di distanza. Gli astronomi avevano già trovato indizi di un disco attorno a questo esopianeta ma non era mai stato possibile prima distinguerlo dall’ambiente circostante.

Fino ad ora, quando si è ottenuta finalmente la risoluzione giusta.

disco circumplanetario nascita lune

©ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/Benisty et al.

Il nostro lavoro presenta una chiara rilevazione di un disco in cui potrebbero formarsi dei satelliti – spiega Myriam Benisty, che ha guidato la ricerca – Le nostre osservazioni ALMA sono state ottenute con una risoluzione tale da dimostrare chiaramente che il disco è associato al pianeta e da limitarne le dimensioni per la prima volta.

Il team ha puntato proprio su questo esopianeta perché PDS 70b e PDS 70c, che formano un sistema che ricorda la coppia Giove-Saturno, sono gli unici due esopianeti rilevati finora che sono ancora in fase di formazione.

E ha anche scoperto che il disco ha un diametro molto simile alla distanza tra il nostro Sole e la Terra e una massa sufficiente per formare fino a tre satelliti delle dimensioni della Luna.

Una scoperta che potrebbe aprire altre porte sul mistero della formazione dei satelliti. E non solo.



“Queste nuove osservazioni sono anche estremamente importanti per dimostrare teorie sulla formazione dei pianeti che non potevano essere testate fino ad ora,” spiega a questo proposito Jaehan Bae, coautore dello studio.

Il lavoro è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.

Fonti di riferimento: European Southern Observatory / European Southern Observatory/Youtube / The Astrophysical Journal Letters

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