La fusione dei ghiacciai delle catene montuose asiatiche accelera dagli anni ’60 a causa delle estati più calde
A rischio le sorgenti che forniscono acqua a centinaia di milioni di persone
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Secondo lo studio “High Mountain Asian glacier response to climate revealed by multi-temporal satellite observations since the 1960s”, pubblicato su Nature Communications da un team internazionale di ricercatori guidato dall’università scozzese di St Andrews, «I ghiacciai di alta montagna dell’Asia si sono sciolti più rapidamente negli ultimi anni a causa dell’aumento delle temperature estive. Lo scioglimento dei ghiacciai prevale ora anche nelle aree in cui in precedenza i ghiacciai stavano crescendo».
Utilizzando immagini satellitari declassificate acquisite dal satellite spia statunitense Corona negli anni ’60 e dai satelliti spia Hexagon negli anni ’70 insieme a diversi satelliti moderni, i glaciologi hanno esaminato il comportamento dei ghiacciai in diverse regioni dell’alta montagna asiatica, che include la regione himalayana ma anche altre importanti catene montuose come il Pamir, il Tien Shan e le montagne del Tibet.
All’università di St Andrews fanno notare che «I risultati dello studio pubblicato su Nature Communications, hanno implicazioni per le proiezioni future della perdita di ghiaccio dalla regione e sollevano preoccupazioni sulla sostenibilità dei ghiacciai della regione come fonte d’acqua affidabile nei decenni a venire».
Il comportamento dei ghiacciai fornisce l’indicazione più chiara dell’impatto del cambiamento climatico nelle regioni di alta montagna: le regioni dei ghiacciai dell’alta montagna asiatica sono la sorgente di alcuni dei più grandi fiumi dell’Asia, acqua sulla quale fanno affidamento centinaia di milioni di persone per i loro bisogni primari.
Il principale autore dello studio, Atanu Bhattacharya, della School of geography and sustainable development dell’università di St Andrews, che prina lavorava per la JIS University – Kolkata, in India, ha evidenziato che «I risultati dimostrano quanto i ghiacciai si siano assottigliati e si siano ritirati dagli anni ’60 e forniscono il dato multi-temporale delle fluttuazioni dei ghiacciai in diverse regioni dell’alta montagna asiatica, tra cui l’Himalaya, le catene montuose tibetane, il Tien Shan e il Pamir in quasi 6 decenni».
Un altro autore dello studio, Tobias Bolch – collega di Bhattacharya – che ha avviato e guidato lo studio, ricorda che «Dagli anni ’60, il tasso di perdita di massa dai ghiacciai nella maggior parte delle regioni dell’alta montagna asiatica è costantemente aumentato e la perdita di ghiaccio si sta ora verificando anche nelle regioni in cui i ghiacciai avevano perso poca massa per diversi decenni».
Lo studio ha anche esaminato il legame tra la perdita di massa dei ghiacciai e il cambiamento climatico: il team di ricercatori ha messo insieme le misurazioni provenienti da una rete di stazioni meteorologiche d’alta quota con dati climatici modellati per esaminare i principali fattori climatici della perdita di ghiaccio nelle diverse regioni dell’ High Asia.
Un’altra autrice dello studio, Kriti Mukherjee dell’University of Northern British Columbia, conclude: «I risultati dimostrano che aumenti sostanziali dei tassi di perdita di ghiaccio sono stati causati principalmente dalle temperature estive più elevate, mentre i cambiamenti nelle precipitazioni hanno determinato la variabilità».