Il Mediterraneo si sta riscaldando più di ogni altro mare e oceano al mondo

0

Il Mediterraneo si sta riscaldando più di ogni altro mare e oceano al mondo

Enea: «Si tratta di un fenomeno iniziato alla fine degli anni ‘80 e che, dopo un breve e apparente rallentamento intorno all’anno 2000, ha intrapreso una crescita galoppante». Al via il progetto MedFever, co una rete di sensori-termometro sottomarini
www.greenreport.it

Il Mediterraneo è il bacino con il tasso di riscaldamento e di variazione di salinità maggiori al mondo ,ed è diventato un vero e proprio hot spot del riscaldamento degli oceani con un progressivo interessamento degli strati più profondi.

È quanto emerge dal primo studio sul riscaldamento globale degli oceani, Upper ocean temperatures hit record high in 2020, pubblicato su Advances in atmospheric sciences.

A livello globale nel 2020 lo strato dell’oceano tra la superficie e i 2.000 metri di profondità, ha assorbito 20 Zettajoule di calore (sotto forma di energia termica) rispetto all’anno precedente, equivalenti al calore prodotto da 630 miliardi di asciugacapelli in funzione giorno e notte per un anno intero, oltre 10.000 volte il consumo complessivo di energia elettrica in tutta l’Italia nel 2019.

Quando si esamina la crisi climatica in corso «oltre il 90% del calore di cui si parla finisce nelle acque marine, quindi – spiega la coautrice Simona Simoncelli (Ingv) – il ‘riscaldamento globale’ non è altro che il ‘riscaldamento dell’oceano’, che, perciò, rappresenta il miglior indicatore del riscaldamento del pianeta. Inoltre mare più caldo significa, maggiore contenuto termico che può essere scambiato con l’atmosfera e gli effetti sempre più pesanti sono ben visibili anche sulla terraferma. Quello che preoccupa non è solamente il cambiamento, quanto la rapidità con cui si verifica. Le specie viventi incontrano grandi difficoltà ad adattarsi ed evolvere».

Per quanto riguarda nello specifico il Mare nostrum, il Mediterraneo «è sempre più caldo ed è diventato un vero e proprio hot spot del riscaldamento degli oceani – afferma un altro co-autore italiano, Franco Reseghetti (Enea) – Si tratta di un fenomeno iniziato alla fine degli anni ‘80 e che, dopo un breve e apparente rallentamento intorno all’anno 2000, ha intrapreso una crescita galoppante, con un progressivo interessamento degli strati più profondi. Anche le misurazioni della temperatura della colonna d’acqua nei mari Liguri e Tirreno (che Enea ha condotto dal settembre 1999) hanno evidenziato un progressivo riscaldamento dello strato tra 200 e 700m di profondità a partire dalle coste siciliane, un fenomeno in propagazione verso Nord registrato a partire dal 2013».

Per monitorare più da vicino i cambiamenti in corso, oggi che si celebra la Giornata mondiale del Mediterraneo è stato presentato il progetto MedFever, che punta a realizzare una rete di sensori-termometro sottomarini in grado di misurare ogni 15 minuti le temperature del mar Tirreno, in modo da comprendere l’impatto del surriscaldamento globale sugli ecosistemi sommersi.

«Questi ‘termometri’ consentiranno misure ad altissima frequenza temporale di grande importanza per tutti coloro che sono coinvolti nel monitoraggio, gestione e sfruttamento dell’ambiente marino locale. I dati raccolti ci consentiranno di osservare e comprendere meglio fenomeni di dinamica costiera di estremo rilievo», spiega Ernesto Napolitano, oceanografo del laboratorio di modellistica climatica e impatti dell’Enea.

Per misurare la ‘febbre’ del nostro mare, i termometri marini dovranno acquisire le temperature nell’intera colonna d’acqua (non rilevate dai satelliti) e per questo saranno collocati, sia a largo che sotto costa, in dieci punti strategici del Mar Tirreno, quali: Castellammare di Stabia e Marina di Camerota (Campania), isola del Giglio (Toscana), Nettuno e isola di Ponza (Lazio), Scilla (Calabria), isola di Ustica (Sicilia), Santa Teresa di Gallura, Capo Figari e golfo di Cagliari (Sardegna). Da sottolineare anche l’innovatività del progetto sotto il profilo della Citizen science, dato che vede il coinvolgimento di un gruppo di subacquei volontari di 10 diving center.

Share.

Leave A Reply