Sismicità “indotta” dalla geotermia a Strasburgo? In Italia non ci sono questo tipo di rischi

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Sismicità “indotta” dalla geotermia a Strasburgo? In Italia non ci sono questo tipo di rischi

Geoenvi: «Quanto succede a Strasburgo è un’assoluta eccezione rispetto a molti anni di produzione, in ogni caso in Italia non ci sono progetti Egs»
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Nella giornata di sabato, a un decina di chilometri a nord di Strasburgo – con epicentro nel Comune di La Wantzenau – è stata rilevata una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 (Mlv) cui ne è seguita una successiva di magnitudo 2.3.

Le scosse non hanno provocato vittime né danni ingenti, ma hanno suscitato molto clamore in quanto la rete sismologica e geodetica francese Résif-Epos parla di terremoto “indotto”, ovvero legato alle attività geotermiche della società Fonroche Géothermie.

La stessa società spiega che tale «velocità di propagazione al suolo (PGV) è al di sopra della soglia di sensibilità umana (1 mm/s) ma al di sotto della soglia di danno (3 mm/s). L’evento è stato seguito da una decina di scosse di assestamento comprese tra 0,5 e 2 Mlv. Questi eventi sono legati al ritorno all’equilibrio del giacimento che si accompagna alla sismicità, con un graduale calo del PGV», suggerendo dunque a sua volta un collegamento tra le scosse di terremoto e la propria attività in loco, anche se di fatto le operazioni sul sito di Vendheim sono ferme dal dicembre scorso.

Di che attività si tratta? Nel caso specifico era in fase di sviluppo un sistema geotermico potenziato (Egs, enhanced geothermal system), non presenti in Italia.

«Quanto succede a Strasburgo – spiegano oggi dal progetto europeo Geoenvi, nato proprio per rispondere alle preoccupazioni ambientali sulla geotermia – è un’assoluta eccezione rispetto a molti anni di produzione: è importante stabilire e controllare le modalità di gestione. A poca distanza dal sito di Vendheim c’è un progetto già sviluppato da tempo che non ha provocato terremoti. Il rischio di sismicità dipende fortemente dalla situazione locale, dalle tecnologie utilizzate (tipicamente Egs con iniezione idraulica, e non necessariamente visto che ci sono progetti Egs che non hanno creato problemi, grazie a procedure di gestione). In ogni caso, in Italia non ci sono progetti Egs».

Anche Aldo Zollo, ordinario di sismologia all’università di Napoli interpellato nei giorni scorsi da La Repubblica, osserva come ad esempio nell’area di Larderello – dove le tecnologie geotermiche sono nate oltre due secoli fa – ci sono stati al massimo «fenomeni di microsismicità, cioè scosse debolissime vicino ai pozzi. Si arrivava a magnitudo di uno o due». Ovvero scosse percepibili dall’uomo solo «debolmente, se sono superficiali e ci si trova molto vicino».

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