I rifiuti di plastica marini si spiaggiano o galleggiano vicino alla costa (VIDEO)
Il Mediterraneo tra i mari più inquinati. I grandi progetti per ripulire l’oceano aperto sono troppo costosi e poco efficaci
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L’inquinamento da plastica degli oceani è uno dei maggiori problemi ambientali del nostro tempo. Tuttavia, si sa molto poco sulla quantità di plastica distribuita a livello globale nell’oceano. Finora i modelli basati sulle correnti oceaniche suggerivano che la plastica si raccolgliesse principalmente in grandi vortici oceanici, ma lo studio “Global simulations of marine plastic transport show plastic trapping in coastal zones”, pubblicato su Environmental Research Letters da un team internazionale di ricercatori guidato dall’ Oeschger-Zentrum für Klimaforschung dell’Universität Bern fornisce nuove informazioni sull’inquinamento da plastica degli oceani di tutto il mondo e la modellazione prodotta di mostra che «La maggior parte della plastica non finisce in mare aperto, ma sulle spiagge o va alla deriva nell’acqua vicino alla costa».
I ricercatori hanno calcolato la distribuzione dei rifiuti di plastica su scala globale tenendo semplicemente conto del fatto che la plastica può spiaggiarsi e che quidi potrebbe non finire in mare aperto è cosi che, come spiega il principale autore dello studio, Victor Onink, i ricercatori hanno scoperto che «In tutti gli scenari che abbiamo calcolato, molta più plastica di quanto si pensasse in precedenza rimane vicino alla costa o finisce sulle spiagge».
Gran parte di questa plastica raggiunge la riva e lo studio rivela che «Da un terzo a quasi tutta la plastica galleggiante dilavata in mare si spiaggia. Questo ha gravi conseguenze per l’ambiente, poiché gli ecosistemi costieri sono particolarmente sensibili all’inquinamento da plastica. Le coste inquinate perdono drammaticamente anche il loro valore turistico.
Quindi, la percentuale di plastica spiaggiata è più alta nelle regioni del mondo che sono anche le maggiori fonti di rifiuti di plastica e che includono aree come il sud-est asiatico e il Mediterraneo. Le concentrazioni sono più basse nelle regioni scarsamente popolate come le regioni polari, la costa del Cile e parti della costa dell’Australia.
Secondo Onink, «Ci sono due ragioni per cui ci sono così tanti rifiuti di plastica nel Mediterraneo: da un lato, molta plastica entra nel Mar Mediterraneo, in particolare attraverso il Nilo. D’altro lato, questo mare è relativamente piccolo e chiuso. Questi fattori contribuiscono anche all’elevata concentrazione di plastica».
I modellisti oceanici dell’università di Berna hanno anche indagato sull’origine e la provenienza dei rifiuti di plastica spiaggiati e dicono che «Molta plastica spiaggiata proviene da fonti locali, soprattutto quando le fonti locali sono grandi. Anche le correnti oceaniche svolgono un ruolo importante nella distribuzione dei rifiuti. Le regioni con un’elevata percentuale di plastica di origine locale includono le coste della Cina, dell’Indonesia e del Brasile».
Ma sono state identificate anche regioni dove una percentuale superiore alla media di plastica finisce in mare aperto, come gli Stati Uniti orientali, il Giappone orientale e l’Indonesia. Onink evidenzia che «In questi luoghi, sarebbe particolarmente efficace raccogliere i rifiuti di plastica prima che possano fuoriuscire in mare aperto»
Il ricercatore svizzero è molto scettico sulle iniziative per raccogliere la plastica nell’oceano, che invece attraggono una grande attenzione mediatica: «La concentrazione di plastica è relativamente bassa in mare aperto. Viene da chiedersi se, con questo tipo di progetti, le risorse vengono davvero utilizzate nel modo più efficiente. Invece, potrebbe essere più efficace impedire prima di tutto alla plastica di raggiungere l’oceano aperto, ad esempio pescando la plastica dai grandi fiumi o rimuovendola dalle coste».
E i nuovi risultati dello studio mostrano in quale parte del mondo queste misure sono particolarmente necessarie «Con i nostri modelli, presentiamo solide stime di dove si trovano i maggiori problemi con i rifiuti di plastica in mare nel mondo – conclude Onink – Ora si tratta, prima di tutto, di trovare soluzioni politiche per ridurre rapidamente la quantità di rifiuti. Un promemoria: a seconda dei calcoli, ogni anno finiscono nell’oceano da 1 a 13 milioni di tonnellate di plastica».