I meteotsunami atmosferici diventeranno più comuni nel Mediterraneo(VIDEO)

0

I meteotsunami atmosferici diventeranno più comuni nel Mediterraneo(VIDEO)

A seconda dei cambiamenti climatici, le onde anomale che colpiscono senza preavviso possono diventare più frequenti
www.greenreport.it

Horizon – The EU Research & Innovation Magazine sta dedicando una serie in tre parti a come stanno cambiando i nostri mari con il cambiamento climatico e lo scioglimento delle calotte glaciali terrestri, guardando al passato, presente e futuro dell’innalzamento estremo del livello del mare.

Nella prima parte Horizon ha esaminato cosa può dirci sull’innalzamento estremo del livello del mare l’ultimo periodo interglaciale , la seconda parte si occupa dei meteotsunami, una forma di tsunami generata dalle condizioni atmosferiche e può colpire qualsiasi costa adiacente a un fondale marino con una piattaforma lunga e poco profonda. Aisling Irwin spiega che «Non sono così massicci, né così noti, come i normali tsunami, che sono causati dai terremoti nel fondo dell’oceano, e sono più localizzati. Ma possono danneggiare la proprietà e mettere in pericolo la vita umana».

Per esempio, come racconta lo studio “Numerical Modelling of the Destructive Meteotsunami of 15 June, 2006 on the Coast of the Balearic Islands”, pubblicato nel 2008 su Pure and Applied Geophysics un meteotsunami avvenuto nel 2006 nel porto di Ciutadella, a Minorca, ha fatto schiantato gli yacht l’uno contro l’altro e poi li ha scaricati sul fondo del porto mentre lo prosciugava, causando danni per decine di milioni di euro . I Meteotsunami sono presenti anche nelle leggende locali: In Croazia, nel XVI secolo un meteotsunami spazzò via il ponte che collegava due lati di un villaggio, facendoli rinsavire da una faida che era sorta tra di loro.

Secondo Jadranka Šepić, una meteorologa dell’università croata di Spalato, «i ricercatori comprendono già le condizioni che scatenano tali tsunami. Sulla costa, deve esserci una discesa fino a una piattaforma poco profonda fino a 100 metri  di profondità che si protende per almeno alcune decine di chilometri nel mare. Una tale caratteristica si trova, ad esempio. sulla costa orientale degli Stati Uniti e nel canale tra Francia e Inghilterra, Questa forma ha un effetto sulla velocità delle onde oceaniche lunghe, quelle che viaggiano su lunghe distanze piuttosto che sui frangenti causati dal vento che colpiscono la costa ogni pochi secondi. Quando queste onde lunghe 10 km raggiungono questo tipo di piattaforma, rallentano fino a una velocità di 50-110 chilometri all’ora, a seconda della profondità. Fondamentalmente, questo può essere abbastanza lento da eguagliare la velocità delle onde gravitazionali atmosferiche sopra di loro. Se le due velocità coincidono, e se le due serie di onde si sincronizzano, l’energia dell’onda atmosferica si riversa in quella dell’onda nell’acqua, e questa onda nel mare diventa sempre più grande, un po’ come una risonanza. La causa di quelle onde atmosferiche è molto meno ben compresa».

La Šepić, che guida il progetto SHExtreme, finanziato dall’Ue, studiare per la prima volta  i ruolo svolto dalle oscillazioni sub-orarie del livello del mare nei livelli marini estremi e le  loro intensità, frequenza e distribuzione temporale e spaziale – esistenti e future – lungo le coste europee e se saranno più comuni con i cambiamenti climatici, spiega su Horizon: «Sappiamo come interagiscono l’atmosfera e l’oceano … ma vogliamo scoprire cosa aiuta esattamente questi processi nell’atmosfera a svilupparsi, che tipo di ambiente più ampio nell’atmosfera consente questi processi più piccoli. Se aumentano di incidenza, allora ci sarà un corrispondente aumento dell’incidenza dei più grandi meteotsunami. Inoltre, a causa dell’innalzamento del livello del mare, avranno una portata maggiore rispetto a oggi. La prima cosa è che avverranno da un livello del mare più alto, quindi saranno più pericolosi. Ma la seconda cosa che dobbiamo controllare è cosa accadrà a queste onde atmosferiche: avverranno più spesso o meno spesso? Se avverranno meno spesso, potrebbe succedere che questi due eventi si annullino a vicenda … ma se abbiamo … più di questi processi atmosferici favorevoli allora c’è un problema: un meteotsunami che è più probabile che accada e che partirà da uno livello più alto livello»

Per raccogliere i dati di cui ha bisono SHExtreme sono necessari dati delle maree che sono stati raccolti dai misuratori di marea meccanici fin dal XiX secolo e che ora vengono raccolti con radar digitali e sensori di pressione sul fondo del mare. Ma il lavoro storico ha presentato una difficoltà: le tabelle dei dati sul livello del mare prima del 2010 circa registrano l’altezza solo ogni ora. Questa è una misura troppo grossolana perché un meteotsunami potrebbe non essere stato registrato, visto che fa danni e sparisce in pochi minuti.

Per questo, la Šepić ha dovuto trovare le carte analogiche originali – realizzate da un ago che oscillava su e giù per un cilindro rotante – che erano servite a compilate le tabelle e sta lavorando a questi dati per quanto riguarda tutta la costa croata. Nel frattempo, i suoi colleghi hanno fatto lo stesso per la Finlandia.

Le cose sono cambiate dal 2010, da quando l’International Oceanographic Commission fornisce misurazioni dell’altezza del livello del mare effettuate ogni minuto in tutto il mondo. Quindi il team del la Sepić sta dando priorità allo studio di questo periodo, cercando nei dati modelli come le distribuzioni stagionali e l’ampiezza della costa interessata. E finora i ricercatori di SHExtreme hanno dimostrato che «I meteotsunami del Mediterraneo tendono ad essere più forti in estate. Nonostante le condizioni di calma a livello del suolo, i venti veloci di aria secca dall’Africa possono attraversare l’atmosfera a circa 1.500 metri di altezza e questo è ciò che sembra innescare le onde atmosferiche». Il team della la Šepić  ha testato questa teoria nelle  coste delle Isole Baleari e dice che «In superficie sembra a posto, ma a livelli più alti sta accadendo qualcosa di più energico. Siamo stati in grado di dimostrare che, se si ha questa situazione nell’atmosfera, c’è un’alta probabilità che si verifichi un meteotsunami: questa situazione genera quasi sempre queste onde atmosferiche».

Il passo successivo è cercare di capire cosa potrebbe succedere in futuro. Esistono molte simulazioni di come si comporterà l’atmosfera durante il cambiamento climatico. Per le Isole Baleari, lo scenario peggiore di una simulazione ha rivelato un aumento del 30% del numero di giorni favorevoli ai meteotsunami a causa di un aumento dei giorni durante i quali ci sono questi venti ad alta quota. La Šepić spiega ancora: «Ma il problema è che abbiamo utilizzato solo una simulazione climatica: era come un modello prototipo. E’ necessario esaminare 10 o 20 simulazioni climatiche» ed è quel che intende fare nei prossimi due anni.

Intanto, un team di scienziati statunitensi pensa di aver fatto un passo avanti nella previsione dei meteotsunami, almeno per quanto riguarda  il lago Michigan. Nell’aprile 2018 la località balneare di Ludington è stata sommersa da un’onda anomala che ha danneggiato moli, case e  barche e danneggiato prese d’acqua e tubazioni. Fortunatamente il Meteotsunami lacustre non è avvenuto in estate, altrimenti avrebbe travolto numerosi bagnanti.

Eric Anderson, oceanografo del Great Lakes Environmental Research Laboratory della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), ha ammesso: «E’ una lacuna nelle nostre previsioni». Lo studio “A high‑amplitude atmospheric inertia–gravity wave‑induced meteotsunami in Lake Michigan”, pubblicato nel luglio 2020 su Natural Hazards da Anderson e Greg Mann  cdella Noaa, che hanno utilizzato le foto scattate durante il Meteotsunami  da alcuni cittadini, ha rivelato  che con gli strumenti di previsione esistenti, si dovrebbe essere in grado di prevedere un evento del genere con minuti o ore di anticipo.

La Sepić fa notare che previsioni simili sono già in atto per le Baleari «Ma sono spesso sbagliate, perché si basano su una possibilità statistica in base alle condizioni atmosferiche o su modelli che non possono fornire previsioni precise delle onde atmosferiche su piccola scala».

SHExtreme potrebbe cambiare le cose. «Per lo meno – conclude la Šepić – speriamo di essere in grado di dimostrare quali parti della costa europea sono maggiormente a rischio ora e anche in futuro».

Share.

Leave A Reply