Cominciata la stagione degli incendi boreali. Preoccupano Siberia occidentale e Canada centrale

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Cominciata la stagione degli incendi boreali. Preoccupano Siberia occidentale e Canada centrale

L’attività degli incendi nella Siberia orientale è sotto la media
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La stagione degli incendi boreali dura solitamente da maggio a ottobre con picchi di attività tra luglio e agosto. Negli ultimi anni si è registrato un aumento di attività degli incendi nel Circolo Polare Artico, in particolare nella Russia Asiatica. I dati di monitoraggio del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) mostrano chiaramente un incremento importante nel numero di incendi nel 2019 e nel 2020 rispetto al dataset che risale al 2003, con un nuovo record di emissioni annue di CO2 nel 2020 nel Circolo Polare Artico: 244 milioni di tonnellate, rispetto  alle 181 del 2019.

Ora, da quando i primi incendi hanno segnato l’inizio della stagione degli incendi boreali, gli scienziatidel CAMS stanno monitorando attentamente la Siberia e dicono che «Le regioni intorno ad Omsk e Tyumen nella Siberia Occidentale sono state particolarmente colpite dalla metà di aprile, mentre altri grandi incendi sono divampati nel Canada centrale nella metà di maggio».

I dati CAMS indicano che «Per il periodo dal 1° aprile al 24 maggio, il numero di incendi e le emissioni totali stimate per Omnsk e Tyumen nella Siberia occidentale, sono stati ben al di sopra della media degli anni precedenti nel dataset (2003-2020). Le emissioni totali stimate per questo periodo nel 2021 sono le seconde più alte per Tyumen dopo il 2009 e le terze più alte per Omsk dopo il 2008 e il 2014. Al contrario, la stima di emissioni per gli incendi nei territori della Russia orientale come Amur Oblast e le regioni limitrofe nel Circondario federale dell’Estremo Oriente non è stata così attiva in aprile e maggio come negli anni precedenti. Questo modello dell’attività quotidiana degli incendi riflette quello delle anomalie di temperatura superficiale alta e bassa nel mese di aprile in queste regioni: l’attività degli incendi era più alta nelle regioni con anomalie positive di temperatura superficiale e più bassa nelle regioni dove le anomalie di temperatura superficiale sono neutre o negative».

Inoltre, a metà maggio, incendi di grandi dimensioni hanno iniziato a divampare nel Canada centrale: Manitoba e Ontario. Copernicus sottolinea che il 16 e il 24 maggio, in Canada grossi incendi hanno provocato pennacchi di fumo molto densi. Gli scienziati del  CAMS evidenziano «Una Potenza Radiativa di Fuoco (FRP) molto superiore alla media del periodo 2003-2020, con una stima di emissioni pari a 0.88 megaton di anidride carbonica nell’atmosfera. I pennacchi di fumo di questi incendi sono stati poi trasportati per centinaia di miglia sull’Oceano Atlantico».

Mentre in alcune foreste e in estese aree con vegetazione il fuoco è una componente che arricchisce il suolo, elimina la vegetazione morta e disperde i semi, gli incendi nell’Artico sono preoccupanti perché i terreni ricchi di torba in fiamme rilasciano l’anidride carbonica stoccata da migliaia di anni. Al CAMS spiegano che «Molti incendi del 2020 sono divampati in terreni torbosi ma anche intorno a terreni perennemente gelati con un’alta concentrazione di ghiaccio».

I vasti incendi di lunga durata scoppiati tra giugno e agosto 2020 riflettono le condizioni climatiche secche e calde nella Siberia Artica durante la stagione estiva. Il Monthly Climate Bulletin del servizio partner CAMS, Copernicus Climate Change Service, ha rivelato che nell’aprile 2021 «L’umidità negativa del suolo e le temperature positive superficiali nella Siberia del nord erano nuovamente sopra la media, dando una prima indicazione di condizioni favorevoli allo scoppio di incendi quest’anno. Le anomalie di maggio e altre variabili, come la copertura nevosa e quando questa scomparirà, saranno fondamentali per determinare proprio questo, e il Monthly Climate Bulletin di C3S per il mese di maggio darà un’idea più chiara di ciò che possiamo aspettarci questa estate».

Mark Parrington, senior scientist e wildfire expert di ECMWF – CAMS, conclude: «E’ ancora presto per stimare l’impatto e l’estensione della stagione boreale e degli incendi nell’Artico nella regione Subartica di quest’anno. Mentre non è raro vedere incendi durante la primavera ad alte latitudini, è difficile prevedere cosa possiamo aspettarci durante l’estate. Monitoreremo da vicino l’area per vedere se avremo un’altra stagione da record. I dati del Global Fire Assimilation System mostrano che tipicamente gli incendi nel Circolo Polare Artico si verificano a luglio e agosto. Continueremo a monitorare l’attività degli incendi in quella regione e in tutto il mondo, così come l’intensità degli incendi e il conseguente fumo che questi emettono».

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