Arthur, il più grosso orso d’Europa, ammazzato in Romania, per “divertimento” dal principe del Liechtenstein
Abbattuto in un’area protetta con la scusa di eliminare un’orsa problematica. VGT e Agent Green: mettere fine alla caccia di trofei
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Sta facendo scalpore in Romania e un po’ in tutta Europa la denuncia di due associazioni ambientaliste, l’austriaca Verein Gegen Tierfabriken (VGT) e la rumena Agent Green che accusano il principe Emanuel von und zu Liechtenstein di aver ucciso l’orso bruno Arthur, considerato il più grande della Romania e probabilmente dell’intera Europa.
Il principe Emanuel von und zu Liechtenstein, residente in Austrai a Riegersburg, in Stiria, era arrivato in Romania qualche giorno fa proprio con l’obiettivo di abbattere Arthr avvalendosi di una deroga concessagli dal ministero dell’ambiente della Romania per abbattere una giovane orsa che nel 2020 aveva causato danni in alcune fattorie a Ojdula, contea di Covasna. Ma in realtà, il principe non ha ucciso l’orsa problematica, ma un grosso maschio che viveva nel cuore della foresta e che non si era mai avvicinato alle fattorie.
Le due ONG ricordano che «L’orso Arthur è stato osservato per molti anni dal ranger di Agente Green della zona ed era conosciuto come un esemplare selvatico che evitava la presenza dell’uomo e le fonti di cibo che fornisce. Il suo habitat era l’area protetta Natura 2000 Oituz-Ojdula ROSCI0130».
Gabriel Păun, presidente di Agente Green, spiega che «Arthur aveva 17 anni ed era l’orso più grande osservato in Romania e probabilmente il più grande vivente nell’Unione europea. Le misurazioni della sua carcassa indicano che Arthur aveva 593 punti su 600, che è il massimo possibile nell’industria della caccia ai trofei. Non avevo mai sentito parlare di un punteggio così alto prima d’ora. Mi chiedo come il principe possa averlo confuso una femmina con un cucciolo che viene al villaggio con il maschio più grande che esisteva nelle profondità della foresta. E’ chiaro che il principe non era venuto per risolvere un problema dei locali ma per uccidere l’orso e portarsi a casa il trofeo più grande da appendere al muro. Abbiamo a che fare con una battuta di bracconaggio, dal momento che hanno sparato all’orso sbagliato».
Ann-Kathrin Freude, coordinatrice campagne di VGT, un’organizzazione austriaca per i diritti degli animali, sottolinea che «L’orso deve affrontare molteplici minacce che mettono in pericolo la sua sopravvivenza: il degrado dell’habitat, i cambiamenti climatici e la persecuzione umana. Il ministero dell’ambiente deve affrontare le cause che hanno portato al conflitto orso-uomo e non gli effetti. L’abbattimento di grossi maschi destruttura la popolazione e può portare alla consanguineità. Non si sa quanti siano realmente gli orsi e qualsiasi quota di esenzione concessa è pericolosa. La caccia ai trofei deve essere bandita. Altrimenti, i conflitti aumenteranno e le specie saranno in pericolo, come è successo in gran parte dell’Europa. E’ un peccato per l’Austria che il principe Emanuel abbia abusato di una deroga per uccidere questo bellissimo orso solo per segnare una nuova tacca nella sua lista di trofei».
L’orso bruno è una specie rigorosamente protetta dalla legislazione europea e dalla Convenzione di Berna. Agent Green e VGT ricordano che «Le deroghe sono eccezioni che si attuano in casi estremi caso per caso, dopo un’attenta valutazione della situazione, e il metodo letale è l’ultima risorsa quando le alternative (incluso il trasferimento) sono fallite e un orso problematico mette in pericolo vite umane e famiglie. La Commissione Europea ha approvato un budget per gli Stati membri per risarcire immediatamente e in modo equo qualsiasi agricoltore che subisce danni sulla propria terra o in aree in cui ha un contratto per praticare l’agricoltura».
Il 28 aprile Păun era stato a parlare con il sindaco di Ojdula e con diverse famiglie del villaggio e racconta: «Ho parlato con la gente del posto che ha segnalato gli attacchi dell’orso, incluso il signor Berszan Gheorghe, che nel gennaio 2021 aveva chiesto all’Asociației de Vânătoare Botos di sparare all’orso che aveva causato danni nell’estate del 2020. Sia il signor Gheorghe che gli altri abitanti del villaggio hanno le loro famiglie alla periferia del villaggio, direttamente adiacente all’habitat dell’orso. Nessuno ha un recinto elettrico. In effetti, nessuno di loro ha alcun tipo di recinzione sul lato della foresta. Nessuno ha ricevuto un risarcimento per il danno subito. Nessuno ha mai parlato di un orso maschio, ma di femmine con cuccioli. Ogni contadino con cui ho parlato ha detto che nulla era cambiato da quando l’orso maschio era stato ucciso e che la femmina continuava a venire in casa ogni giorno. Le famiglie non hanno cani di razze speciali che scacciano gli orsi e non attuano misure di convivenza e adattamento. Ho chiesto al signor Gheorghe di leggere la sua denuncia fatta all’associazione di cacciatori, ma non è stato in grado di farlo. L’assassinio di Arthur è estremamente sospetto e spetta alla polizia far luce su questo caso».
Gli ambientalisti denunciano che «La Romania ha costantemente violato la legislazione comunitaria in materia da quando è entrata a far parte dell’Ue, fissando quote di abbattimenti e deroghe senza mai attuare misure di coesistenza e co-adattamento. Soprattutto, la Romania non ha mai censito la sua popolazione di orsi con metodi scientifici che includano campioni di DNA. I conteggi effettuati finora si sono basati solo su osservazioni dirette dei rappresentanti dei fondi di caccia. Tale metodologia consentiva il conteggio dello stesso orso più volte in un solo giorno e di conseguenza non si sapeva mai quanti fossero gli orsi in Romania».
Nel caso di Arthur, è possibile che l’orso si fosse spostato per centinaia di chilometri la scorsa estate da quando il Gheorghe aveva riferito che un orso gli aveva provocato danni a fine gennaio, quando ha deciso di chiedere all’associazione di cacciatori di sparare all’animale.
Agent Green e VGT denunciano ancora che »Tutta la successiva documentazione necessaria per l’apparente legalizzazione della caccia è stata realizzata in gran fretta per la stampa».
Păun, specialista in ecologia ed ecoturismo, conclude: «La Romania ha il privilegio di essere stata in grado di fornire l’habitat per questa specie emblematica al vertice della piramide trofica della zona a clima temperato. E’ necessario un piano nazionale ambizioso che affronti le minacce alla specie e investa in misure di coesistenza e co-adattamento. Successivamente, il Paese potrà promuoversi come capitale della biodiversità in Europa. Il potenziale per l’ecoturismo è ancora ineguagliato. Questo fatto è venuto semplicemente alla nostra attenzione. Quando la soluzione letale è l’unica rimasta, dovrebbero essere presenti un gendarme e un commissario ambientale. Le sparatorie dovrebbero essere evitate, dando priorità alla tranquillizzazione, seguita dall’eutanasia. Per evitare i cacciatori di trofei, tutti gli orsi morti dovranno essere cremati dopo che sono stati prelevati campioni di DNA. La stessa cosa che è stata fatta con l’avorio degli elefanti per salvare questa specie».