Il ritiro globale dei ghiacciai sta accelerando, innescando l’innalzamento del livello del mare e scarsità d’acqua

0

Il ritiro globale dei ghiacciai sta accelerando, innescando l’innalzamento del livello del mare e scarsità d’acqua

Tra i ghiacciai che fondono più velocemente ci sono quelli delle Alpi
www.greenreport.it

I ghiacciai sono un indicatore sensibile del cambiamento climatico che può essere facilmente osservato. Dalla metà del XX secolo Indipendentemente dall’altitudine o dalla latitudine, i ghiacciai si sono sciolti ad un ritmo elevato. Finora, tuttavia, l’entità completa della perdita di ghiaccio è stata misurata e compresa solo parzialmente.  Lo studio “Accelerated global glacier mass loss in the early twenty-​first century”, appena pubblicato su Nature da un team di ricerca internazionale, dimostrato che «Quasi tutti i ghiacciai del mondo si stanno assottigliando e perdendo massa» e che questi cambiamenti stanno accelerando.

Il team composto da scienziati svizzeri dell’ETH Zürich, Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio – WSL, Universität Freiburg, Universität Zürich (Svizzera),  LEGOS, Université de Toulouse, CNES, CNRS, IRD, UPS, Université Grenoble Alpes (Francia), Ulster University (Regno Unito),  Universitetet i Oslo, Forsvarets forskningsinstitutt – FFI (Norvegia), University of Northern British Columbia (Canada) è l’analisi più accurata e completa e accurata nel suo genere realizzatafino ad oggi: «Questo è il primo studio che include tutti i ghiacciai del mondo – circa 220.000 in totale – escluse le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide – sottolineano all’ETH Zürich – La risoluzione spaziale e temporale dello studio è senza precedenti e mostra quanto rapidamente i ghiacciai abbiano perso spessore e massa negli ultimi due decenni».

Come base per lo studio, il team di ricerca ha utilizzato le immagini acquisite dal satellite Terra della NASA, che dal 1999 orbita intorno alla Terra a un’altitudine di quasi 700 chilometri una volta ogni 100 minuti. Terra ospita ASTER, un imager multispettrale con due telecamere che registrano coppie di immagini stereo, consentendo ai ricercatori di creare modelli digitali ad alta risoluzione dell’elevazione di tutti i ghiacciai del mondo. Il team ha utilizzato l’archivio completo delle immagini ASTER per ricostruire una serie temporale di elevazione glaciale, il che ha permesso di calcolare i cambiamenti nello spessore e nella massa del ghiaccio nel tempo.

Il principale autore dello studio, Romain Hugonnet dell’ETH Zürich e dell’Université de Toulouse,  ha lavorato a questo progetto per quasi tre anni e ha passato 18 mesi ad analizzare i dati satellitari. Per elaborare i dati, i ricercatori hanno utilizzato un supercomputer l’Università della University of Northern British Columbia e i loro risultati saranno inclusi nel prossimo Assessment Report of the United Nations Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) che dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno.

Lo studio conferma in maniera più che preoccupante che «Quello che una volta era il ghiaccio permanente è diminuito di volume quasi ovunque nel mondo. Tra il 2000 e il 2019, i ghiacciai del mondo hanno perso in media un totale di 267 gigatonnellate (miliardi di tonnellate) di ghiaccio all’anno». Durante lo stesso periodo, anche la perdita di massa glaciale ha subito una forte accelerazione: «Tra il 2000 e il 2004, i ghiacciai hanno perso 227 gigatonnellate di ghiaccio all’anno, ma tra il 2015 e il 2019 la massa persa è stata pari a 298 gigatonnellate all’anno. La fusione glaciale ha causato fino al 21% dell’innalzamento osservato del livello del mare durante questo periodo, circa 0,74 millimetri all’anno. Quasi la metà dell’innalzamento del livello del mare è attribuibile all’espansione termica dell’acqua quando si riscalda».

Si tratta di cifre difficili anche da immaginare e per farlo su Science In Action del BBC World Service uno degli autori dello studio, Robert McNabb, delle università dell’Ulster e di Oslo, ha utilizzato un’altra analogia: «Negli ultimi 20 anni, abbiamo visto che i ghiacciai hanno perso circa 267 gigatonnellate (Gt) all’anno. Quindi, se prendiamo quella quantità di acqua e la dividiamo in tutta l’isola d’Irlanda, è sufficiente per coprire tutta l’Irlanda con 3 metri di acqua ogni anno».  E ETH Zürich aggiungono che si tratta di  «Una quantità che avrebbe potuto sommergere l’intera superficie della Svizzera sotto 6 metri d’acqua ogni anno».

A gennaio, un team guidato dall’università di Leeds ha pubblicato su The Cryosphere lo studio “Review article: Earth’s ice imbalance” che forniva cifre molto simili: una perdita media di 289 Gt/anno nel periodo 2000-2019, con un’accelerazione di 52 Gt/anno/decennio. Una differenza dell’8%.

Commentando i due studi, Andy Shepherd dell’università di Leeds ha detto a BBC News: «Lo scioglimento dei ghiacciai rappresenta un quarto della perdita di ghiaccio della Terra durante l’era satellitare, e i cambiamenti in atto stanno interrompendo ‘approvvigionamento idrico per miliardi di persone a valle, specialmente in anni di siccità quando l’acqua di disgelo diventa una fonte essenziale.  Sebbene il tasso di scioglimento dei ghiacciai sia aumentato costantemente, il ritmo è stato sminuito dall’accelerazione delle perdite di ghiaccio dall’Antartide e dalla Groenlandia, e rimangono la nostra principale preoccupazione per il futuro innalzamento del livello del mare».

Tra i ghiacciai che si sciolgono più velocemente ci sono quelli dell’Alaska, dell’Islanda e delle Alpi, ma ci sono impatti profondi anche sui ghiacciai montani del Pamir, dell’Hindu Kush e dell’Himalaya. Hugonnet sottolinea che «La situazione nell’Himalaya è particolarmente preoccupante. Durante la stagione secca, l’acqua di disgelo glaciale è un’importante fonte che alimenta i principali corsi d’acqua come i fiumi Gange, Brahmaputra e Indo. In questo momento, questo aumento dello scioglimento funge da cuscinetto per le persone che vivono nella regione, ma se il restringimento dei ghiacciai himalayani continua ad accelerare, Paesi popolosi come l’India e il Bangladesh potrebbero affrontare carenze di acqua o cibo entro pochi decenni».

Con loro sorpresa, i ricercatori hanno anche identificato aree dove tra il 2000 e il 2019 i tassi di scioglimento sono diminuiti, come la costa orientale della Groenlandia e in Islanda e Scandinavia e attribuiscono questo modello divergente a «Un’anomalia meteorologica nel Nord Atlantico che ha causato precipitazioni più elevate e temperature più basse tra il 2010 e il 2019, rallentando così la perdita di ghiaccio». Il team internazionale ha anche scoperto che il fenomeno noto come anomalia del Karakorum sta scomparendo: prima del 2010, i ghiacciai nella catena montuosa del Karakorum erano stabili e, in alcuni casi, addirittura in crescita, ma la nuova analisi ha rivelato che «Anche i ghiacciai del Karakorum stanno perdendo massa».

L’inventario mondiale contiene dati su 217.175 ghiacciai: alcuni sono più piccoli di un campo da calcio, altri si estendono su un’area grande quanto un Paese di medie dimensioni come l’Italia, ma quello che quasi tutti hanno in comune è che si stanno diradando e si stanno ritirando a causa del cambiamento climatico o per uno scioglimento accelerato causato dall’aria più calda o perché i modelli delle nevicate che alimentano i ghiacciai sono cambiati.

Secondo il coautore Matthias Huss del WSL, «Questo nuovo studio è un progresso importante, in quanto abbiamo ottenuto un’elevata risoluzione spaziale e, allo stesso tempo, fornisce anche il cambiamento temporale nel corso dei due decenni direttamente sulla base dei dati satellitari, il che è qualcosa di nuovo. Questo dataset è stato convalidato con un’immensa quantità di misurazioni aggiuntive e indipendenti ed è estremamente accurato, in modo che le incertezze degli studi precedenti siano fortemente ridotte».

Un altro autore dello studio Daniel Farinotti, a capo del gruppo di glaciologia dell’ETH Zürich e del WSL, conclude: «I nostri risultati sono importanti a livello politico. Il mondo deve davvero agire ora per prevenire lo scenario peggiore dei cambiamenti climatici».

Share.

Leave A Reply