World Water Day: milioni di persono bevono l’acqua che voi non berreste mai (VIDEO)
Candid camera nei supermercati italiani per denunciare il legame tra acqua contaminata e malnutrizione infantile
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In occasione del World Water Day , la Giornata mondiale dell’acqua, Azione contro la Fame, l’ONG umanitaria internazionale specializzata nella lotta contro le cause e gli effetti della fame e della malnutrizione infantile, riaccende i riflettori sulla carenza di acqua potabile e lo fa a partire da oggi “vendendo” acqua con il marchio “Water of Africa”: «E’ contaminata: può contenere batteri, parassiti e virus. E’ l’acqua che mai nessuno si azzarderebbe neanche a sorseggiare. Eppure, nell’Africa Subsahariana319milioni di persone, ogni giorno, non hanno un’alternativa».
Ad Azione contro la Fame spiegano che «Water of Africa rappresenta l’acqua che milioni di persone, in Africa ma anche in altre aree del pianeta, raccolgono un po’ dovunque pur di dissetarsi. Il suo colore è giallo paglierino, talvolta marrone o rossastro. La bottiglia che la contiene dispone di un’etichetta che, anziché elencare le proprietà benefiche delle nostre acque “minerali”, annuncia quanto di più dannoso viene immesso nell’organismo con il suo consumo».
Nei giorni scorsi, Water of Africa è stata messa in vendita in store e supermercati e l’ONG sottolinea che «In particolare, oltre aver esposto l’acqua nelle aree dedicate, è stato predisposto un distributore di acqua gratuita. Gli ignari clienti, certi di prelevare una normale bottiglia d’acqua da mezzo litro, si sono ritrovati davanti “l’acqua che mai avrebbero bevuto”. Azione contro la Fame precisa che «Le bottiglie sono state esposte nei punti vendita sotto la supervisione della nostra organizzazione, per il solo tempo necessario alle riprese e al solo fine di documentare il progetto di sensibilizzazione Water of Africa. Nel rispetto dell’ambiente, per realizzare la campagna, è stato fatto ricorso a bottiglie già usate che, dopo la conclusione delle riprese, sono state immediatamente reimmesse nel rispettivo circuito di recupero. Inoltre, tali attività sono state svolte prima delle attuali restrizioni promosse per contenere la pandemia e sono state effettuare nel pieno rispetto della normativa anti-covid».
L’iniziativa è stata promossa per denunciare un’acqua, quella contaminata, che rischia di essere bevuta quotidianamente da 319 milioni di persone. Il perché della vastità del fenomeno è presto detto: le famiglie, nell’area subsahariana, non hanno accesso all’acqua nelle proprie case e non dispongono di un pozzo vicino al luogo in cui vivono. Si dissetano, spesso, attraverso fonti d’acqua non trattata e, di conseguenza, finiscono per mettere a dura prova organismi già indeboliti dall’assenza di cibo e nutrienti essenziali alla salute. Le persone esposte all’acqua contaminata possono ammalarsi rapidamente di malnutrizione legata all’insorgenza ripetuta di diarrea e infezioni intestinali».
Azione contro la Fame opera, quotidianamente, contro la malnutrizione infantile e quindi anche per garantire l’accesso all’acqua pulita nelle comunità in cui lavora. Nell’ultimo anno ha aiutato quasi 6 milioni di persone con progetti di acqua e igiene, migliorando oltre 13mila fonti idriche e fornendo quasi 2 milioni di m3 d’acqua.
Ma, nonostante questi sforzi, ogni anno, nel mondo decine di migliaia di persone muoiono per malattie legate all’acqua o altri problemi igienico-sanitari e tra lorio fino al 90% sono bambini di età inferiore ai 5 anni. Nella sola Africa subsahariana, ogni anno muoiono circa 180.000 bambini sotto i 5 anni – circa 500 al giorno – a causa di malattie diarroiche legate a inadeguatezze idriche e igieniche.
Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame, conclude: «La pandemia ha evidenziato l’importanza dell’acqua e dell’igiene come strumento di prevenzione dal Covid-19. Eppure, in alcuni scenari come l’Africa subsahariana, l’acqua non c’è oppure è sporca e contaminata. Abbiamo voluto rendere “contemporanea” questa piaga raccontandola, per una volta, in modo diverso. Con questa candid camera e attraverso il coinvolgimento di testimonial dello spettacolo e dello sport, vogliamo raccontare che l’acqua sporca e contaminata è ancora oggi una delle principali cause della malnutrizione infantile, che ogni anno uccide due milioni di bambini sotto i cinque anni».