Record storico della siccità in Europa nell’ultimo ventennio
La scarsità di precipitazioni, che negli ultimi due decenni ha causato gravi danni ambientali ed economici nel continente europeo, non ha precedenti da oltre 2000 anni a questa parte, anche rispetto a periodi famosi per l’assenza di piogge, come la Piccola era glaciale tardoantica o il Rinascimento. Lo rivela un’analisi degli anelli di accrescimento di alberi viventi e reperti lignei
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Negli ultimi due decenni il continente europeo ha conosciuto un periodo di siccità che non ha confronti negli ultimi 2110 anni, probabilmente per effetto del riscaldamento climatico prodotto dalle attività umane. È questa la conclusione di uno studio pubblicato su “Nature Geoscience” da Ulf Büntgen, dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, e colleghi di una collaborazione internazionale.
Gli autori hanno analizzato più di 27.000 anelli di accrescimento di 147 querce dell’Europa centrale, 21 delle quali viventi, che rappresentano un registro storico delle condizioni ambientali degli ultimi 21 secoli. In particolare, hanno misurato in ciascun anello l’abbondanza di alcuni isotopi dell’ossigeno e del carbonio, che rappresenta un indice dello stress idrico e termico subìto dalle piante. Successivamente, hanno combinato questi dati con quelli ricavati dai tronchi usati nella costruzione di antichi edifici e da materiali lignei ritrovati in diversi siti archeologici.
Complessivamente, le misurazioni forniscono una cronologia precisa delle fasi di siccità che risale fino al 75 a.C., mostrando che la frequenza con cui si sono succedute negli ultimi due decenni è superiore a quella di periodi storici ricordati proprio per l’assenza di precipitazioni, come la Piccola era glaciale tardoantica, caratterizzata da un raffreddamento nell’Emisfero settentrionale tra il VI e il VII secolo, e il Rinascimento, in particolare nel primo decennio del XVI secolo.
Anche se è difficile effettuare un confronto preciso col passato per l’assenza di dati affidabili prima dell’avvento delle moderne rilevazioni meteo, il risultato è importante per cercare d’inquadrare eventi climatici estremi come le ondate di calore avvenute nelle estati del 2003, 2015 e 2018, che hanno causato decine di migliaia di morti e colpito fortemente i settori dell’agricoltura, della viticoltura e della selvicoltura in Europa.
In quelle occasioni, inoltre, l’aumento delle temperature ha favorito anche la circolazione degli agenti patogeni e degli insetti infestanti, alterando anche la mortalità delle foreste e quindi, indirettamente, anche il ciclo del carbonio su diverse scale spazio-temporali. Non bisogna trascurare poi la drastica diminuzione della portata dei fiumi, che ha ridotto la circolazione delle imbarcazioni e, in alcuni casi, anche reso difficoltoso il raffreddamento degli impianti nucleari.
Secondo Büntgen e colleghi, i fattori che storicamente hanno determinato la siccità in Europa sono la circolazione atmosferica sul continente e nello specifico la corrente a getto, un veloce flusso d’aria canalizzato negli strati più alti della troposfera, lo strato dell’atmosfera più vicino alla superficie terrestre.
L’ipotesi degli autori è che il cambiamento climatico abbia cambiato gli schemi di circolazione atmosferica, e quindi causato indirettamente il recente aumento della frequenza di estati calde e secche in Europa.
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